sabato 27 ottobre 2007

Che cos'è una SEZ?

SEZ in India Shining:
Special Economic (oppure Emergency) Zone?

Per SEZ si intende un’area “delineata” di territorio che gode di determinati privilegi:

- L’investitore (definito “SEZ developer”) gode di esenzioni fiscali per un arco di tempo che varia dai 10 ai 15 anni, secondo la tipologia dell’investimento.
- Al pari di un territorio “estero” ogni SEZ è zona franca doganale per ogni tipo di transazione commerciale;
- Esenzioni fiscali più significative: sui profitti, sulle vendite e sui servizi;
- Massima libertà di sub-appalto (nella gestione dei servizi e quindi del lavoro
- Esenzione da controlli doganali sulle procedure di “export/import cargo”.

Esenzioni specifiche, caso per caso:
- massima discrezionalità a livello legislativo (ogni regione ha facoltà di prescindere dalla legislazione approvata a livello centrale);
- ampia libertà anche nella “valutazione” circa l’impatto ambientale dell’investimento;
- facoltà di bypassare le commissioni statali che regolano l’erogazione di energia;
- nessun bisogno di licenza per le importazioni.

Dalle “origini” ai giorni nostri:
- I primi “industrial parks” vengono sperimentati a Puerto Rco nel 1947. Irlanda e Taiwan seguono l’esempio negli anni ’60. Ma é solo nella Cina degli anni ’80 che il modello viene adottato in modo massiccio, programmato ed estensivo. Ed é quell’esperienza e quei risultati che l’India vorrebbe ora emulare, con quasi 30 anni di ritardo: in modi altrettanto massicci ed estensivi, ma non altrettanto regolati a livello centrale ed anzi promuovendo la competizione tra aree e regioni diverse;
- In India la “storia” inizia in effetti con la EPT (Export Processing Zone) di Kandla, Gujarath (1965) seguita da altre considerate però non tanto efficaci. Nel 2000, una nuova politica di promozione delle procedure import/export nel più ampio trend di conversione da settore pubblico a privato, dichiare SEZ tutte le EPT esistenti, Una legge apposta (SEZ Act) viene formulata nel 2005.

In programma e in prospettiva:
- sono 237 le SEZ già approvate per una prevista estensione territoriale di 34.861 ettari. Altre 63 sono in lista di attesa. Vox populi denuncia però la tangentopoli e totale “deregulation” che conferisce statuto (e facilitazioni) di SEZ ai più diversi investimenti e imprese private. Non meno di 165 progetti sono in stand by in considerazione delle acquisizioni territoriali richieste;
- Investimenti previsti: 250.000 crores di Rupie (50 miliardi di Euro ca)
- Riflessi sull’occupazione: circa 3 milioni di posti di lavoro, molto pochi su rispetto ad un bacino di disoccupazione smisurato;
- Fatturato previsto annuale: 300 miliardi di Euro;
- Contributo al Pil: 2% entro il 2010;
- Contributo alle esportazioni: 500 miliardi di dollari entro il 2015.


Problemi sul tappeto:
- l’India si propone (ufficialmente) l’obiettivo di raddoppiare il proprio output agricolo entro il prossimo decennio e ciò sarebbe in contrasto con le indiscriminate requisizioni di terre, non solo incoltivate, molto spesso agricole e produttive;
- delegati al ruolo di agenti/acquirenti, per conto di multinazionali e investitori, sono gli stessi Governi regionali: che avvalendosi del Land Acquisition Act di coloniale memoria (anno di grazia 1894) reclamano diritto di “public purposes” (ovvero di “pubblico interesse”) che trascende la proprietà privata dei terreni;
- sull’interpretazione di tale concetto infuria il dibattito: nell’ottica di una modernizzazione che non ammette più ritardi, il “pubblico interesse” può essere qualsiasi vento che soffia sul fuoco della crescita (o prometta anche senza garantire posti di lavoro): e quindi un IT o Mega Call Center come un Grande Magazzino;
- circa la promessa di posti di lavoro, sono in molti ad osservare che la maggior parte delle SEZ previste sono proprio nel settore IT, o comunque prevedono una tale meccanizzazione da limitare al minimo l’impiego umano, che dovrà essere in ogni caso “qualificato” (ovvero superiore alle capacità” operaie” di popolazioni che sono state per generazioni “contadine”);
- le obiezioni non mancano sul fronte delle esenzioni fiscali e provengono dallo stesso Ministero delle Finanze indiano, che prevede una perdita di 1.00.000 crores nell’arco dei prossimi quattro anni. Contro-obiezione: le entrate saranno ben superiori delle perdite grazie al maggior dinamismo commerciale e volano consumistico che le SEZ potranno senz’altro generare;
- maggior problema: sul fronte delle indennità e degli ammortizzatori sociali. Le dimensioni delle acquisizioni previste NON consentono (come si é visto per il Mega-progetto idroelettrico sul Fiume Narmada) di compensare con nuova terra quella requisita; e le indennità monetarie, anche quando generose, si sono rivelate inadeguate rispetto alla perdita di economie elementari nella loro autosufficienza ma NON replicabili fuori dal contesto in cui sono radicate. E benché nessuno sia in grado di quantificare quanti saranno alla fine gli sfollati, il costo sociale (e politico) di un simile scenario preoccupa non poco l’attuale coalizione di governo;
- di sicuro molte cosiddette SEZ stanno funzionando come maggior fattore di propulsione per il settore edilizio, dal cemento agli arredi; e per quello immobiliare e quindi finanziario. Perché le costruzioni NON si limitano ai soli impianti industriali ma spesso prevedono unità abitative, commerciali e annessi servizi.


(fonti: www.outlookindia.com; www.sezindia.nic.in)

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