sabato 2 febbraio 2008

TUTTI GLI ARTICOLI



Vai su Google, digiti le parolette Tata + Singur e vedrai uscire oltre un milione di pagine in lingua inglese. Qualche migliaia anche in lingua italiana… Non si può dire che il Caso Singur sia passato inosservato! Al dibattito sul fronte dei diritti e degli abusi si è aggiunto più di recente quello in termini di impatto ambientale, quando la “low cost” è stata presentata al Motor Show di New Delhi, il 10 gennaio scorso. Cionostante (citiamo dal volantino, diffuso a Torino dal Coordinamento Italiano per le Conseguenze sul Caso Singur, il 24 gennaio scorso) “è scandaloso il totale blackout mediatico nel nostro paese su queste vicende ed è scandaloso l’atteggiamento FIAT che si limita a definire la situzione ‘di competenza dell’autorità indiana locale’ e se ne lava le mani, smentendo gli impegni di Responsabilità Sociale ed Ambientale ufficialmente presi con la propria comunità di azionisti, utenti e lavoratori.”

Nell’elenco che segue, i riferimenti agli articoli usciti solo a mezzo stampa (i links si riferiscono alla loro eventuale riproduzione anche in Rete). Ma sono moltissimi gli interventi critici su una gran quantità di blogs e siti, compresi alcuni del 'comparto auto', solitamente molto tecnici ...

Ricordiamo inoltre i siti dell’Org A Sud (www.asud.net) del Centro Studi Sereno Regis (www.cssr-pas.org) e del Centro Documentazione Diritti Ambientali (www.cdca.it) che hanno accolto e promosso la visita di Medha Patkar in Italia a fine ottobre 2007 e hanno continuato a documentare la situazione di Singur e Nandigram con attenzione.

E infine una menzione al lavoro del video maker Danilo Licciardello, del quale sono già stati presentati dei pre-montati sulla situazione di Singur e Nandigram (al Film Festival Asiatica Filmmediale, nonchè in vari eventi sia a Torino che a Roma). Per contatto: danilolicciardello@yahoo.it

NB - La lista e' sicuramente incompleta, aggiornamenti welcome...
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ALIOTI, Gianni
www.iscos.cisl.it/public/file/uniti%20dai%20diritti/

ASUD NET – Ecologia e Cooperazione Onlus
www.asud.net/news/news.php?nw=277 - 19k
www.asud.net/news/news.php?nw=279 - 19k
www.asud.net/Iniziative/iniziativa.php?in=89 - 18k
ww.asud.net/file/RM2310-PRP01-2.pdf

BEZZI, Daniela
Il Diario della Settimana (17 Feb. 2007)
www.cub.it/article/?c=rassegna-stampa&id=3598 - 36k
Notizie Internazionali, Apr. 2007 e poi Gen. 2008 (articoli vari)
www.fiom.cgil.it/meta/Not_int.htm - 75k
Il Manifesto, Supplemento Alias (3 Marzo e poi 1 Dic. 2007, articoli vari)
Liberazione (supplemento domenicale, 3 Feb. 2008)

CALEO, Simona (fotografa)
www.lightstalkers.org/simonacaleo - 24k

CANDELARI, Francesco
Rivista VITA, 16 Nov. 2007

CORTELLESSA, Patrizia
Numerosi articoli su Il Manifesto: 7 e 11 Feb 2007; 21 Marzo 2007 (Rubrica 'Terra Terra' sia su Singur che su Nandigram; ampio articolo il 1 Nov. 2007 (lista probabilmente parziale che completeremo);

FORTI, Marina
Numerosi articoli su Il Manifesto che qui elenchiamo solo per soggetti e date :
13 Sett. 2006 (rubrica 'Terra Terra' sul contenzioso già allora sensibile a Singur); 12 Dic. 2007 (su Nandigram); 19 Dic. 2007 (su Singur); 23 Dic. 2007 (su entrambi i casi, con interviste ad Ashok Mitra e Mahasveta Devi); 2 Gen. 2008 (rubrica ‘Terra Terra’ sugli sfollati dello sviluppo); 11 Gen.2008 (sul debutto della Nano al Motor Show di New Delhi); 19 Gen. 2008 (sulla sentenza dell’Alta Corte di Kolkata che respinge le istanze di illegalità sul Caso Singur). Imminente la pubblicazione di un saggio sulla rivista ‘Asia Major’;

DE MARZO Giuseppe
Left settimanale – 16 Nov. 2007
http://www.asud.net/rassegna-stampa/articolo.php?arg=15

DIPIERRI, Marica
Left settimanale – 16 Nov. 2007
http://www.asud.net/rassegna-stampa/articolo.php?arg=15

MECOZZI, Alessandra
Notizie Internazionali (Marzo 2007)

MORANDI, Sabina
Liberazione (6 Marzo e poi 23 Ott. 2007)
http://www.asud.net/rassegna-stampa/articolo.php?arg=15

PAGLIANI, Piero
Peacereporter Magazine, Gen. 2008 (con foto di Simona Caleo)

TRATZI, Simona
La Nuova Società, Nov. 2007; Volontari per lo Sviluppo, Dic. 2007 (con foto di Simona Caleo)
www.volontariperlosviluppo.it/2007/2007_9/07_9_03.htm - 15k

GIORNATA GLOBALE DI AZIONE DEL FORUM SOCIALE MONDIALE

LE INIZIATIVE DEI SINDACATI SUL CASO SINGUR



SOMMARIO:

1) Lettera FIM al Ministero dello Sviluppo Economico (febbraio 2007)
2) Lettera congiunta delle Segreterie Nazionali alla Fiat (marzo 2007)
3) Testo Volantino distribuito a Mirafiori (novembre 2007)
4) Testo Lettera Aperta agli Azionisti Fiat (gennaio 2008)

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1) Lettera FIM al Ministero dello Sviluppo Economico (febbraio 2007)

Confederazione Italiana Sindacato Lavoratori
Segreteria Generale, Dipartimento Internazionale, Via Po,21- 00198 Roma06 8473357
Dott.ssa Loredana Gulino
PCN - MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Via Molise, n. 2, 00187 Roma, Italia pcn1@attivitaproduttive.gov.it

Roma, 15 febbraio 2007

Egr. Signora,

vorremmo portare alla sua conoscenza il fatto che recentemente la Fiat Auto ha siglato un importante accordo di collaborazione industriale con la azienda indiana Tata Motors, accordo che prevede la costruzione di un impianto industriale per la produzione di auto a Singur nello Stato del Bengala.

L’impianto sorgerà su un’area di oltre 400 ettari, area estremamente fertile, nonostante l’opposizione degli oltre 22.000 contadini residenti, che si sono visti privare di una importantissima fonte di reddito e terre di loro proprietà espropriate senza il loro consenso, pur avendo chiesto lo spostamento dell’insediamento in un'altra area meno importante sul piano agricolo.

L’indisponibilità totale delle autorità dello Stato e del Gruppo Tata di modificare la collocazione dell’insediamento industriale ha prodotto nel corso degli ultimi mesi manifestazioni, rivolte di massa e scioperi, con numerosi feriti, che non hanno prodotto alcun risultato tangibile di rispetto dei fondamentali diritti umani ed ambientali delle popolazioni, ma hanno al contrario contribuito solo alla radicalizzazione delle tensioni politiche a livello locale.

Le chiediamo pertanto di voler convocare la Direzione Aziendale della Fiat Auto al fine di discutere possibili soluzioni – da ricercare insieme al partner Tata Motors - che instaurino con le popolazioni locali un dialogo positivo e al fine di avviare un lavoro comune con i futuri lavoratori del nuovo impianto, sulla base della piena attuazione dei principi generali e dei singoli capitoli delle Linee Guida OCSE sulle Multinazionali.

Gianni Alioti, Dip. Internazionale, FIM
Cecilia Brighi, Dip Internazionale, CISL

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2) Lettera congiunta delle Segreterie Nazionali alla Fiat (marzo 2007)

da SEGRETERIE NAZIONALI, Corso Trieste, 36 - 00198 Roma - Tel. +39 06 852621
Protocollo: EM/ms/2007/920

Roma, 12 marzo 2007

SPETT. DIREZIONE FIAT GROUP
Fax 011-0063771

e pc FISM

OGGETTO: RICHIESTA CHIARIMENTI STABILIMENTO DI TATA MOTORS


Notizie di stampa sostengono il coinvolgimento di Fiat Group nella realizzazione di un nuovo stabilimento di Tata Motors, destinato alla produzione di una vettura low cost, nello Stato del Bengala occidentale, in località Singur.

Gli stessi organi di informazione e fonti sindacali indiane e internazionali denunciano l’impatto devastante di questo insediamento industriale su un’area agricola particolarmente fertile dove vivono circa 22.000 persone, delle quali gran parte non riceverebbe alcuna indennità per l’esproprio dei terreni. Il territorio interessato ha visto negli ultimi mesi manifestazioni di protesta e purtroppo alcuni interventi repressivi con vittime fra gli agricoltori e arresti di dirigenti sindacali.

Le Segreterie nazionali Fim, Fiom, Uilm chiedono chiarimenti sull’eventuale partecipazione di Fiat Group a questa iniziativa e in tal caso di intervenire, d’intesa con Tata Motors, affinché il Governo del Bengala Occidentale individui un’area diversa da Singur al fine di rendere compatibile il necessario sviluppo industriale con la salvaguardia delle condizioni di vita delle comunità agricole.

Distinti saluti.

B.Vitali (FIM-CISL), E.Masini (FIOM-CGIL), E.Panicali (UILM-UIL)

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3) Testo Volantino distribuito a Mirafiori (novembre 2007) come iniziativa congiunta dei sindacati FIM-Fiom-UILM.

LA VICENDA DI SINGUR E L’ACCORDO TATA-FIAT

Medha Patkar è un’attivista conosciutissima non solo in India per l'infaticabile impegno e la continua testimonianza di resistenza nonviolenta in favore dei movimenti indigeni e contadini. Particolarmente famosa la Resistenza da lei guidata per l'opposizione ad un modello di sviluppo e modernizzazione che privilegia la crescita meramente quantitativa, economica, a dispetto dei più elementari diritti umani ed ambientali - ma con costi sociali ed anche economici immensi e perduranti nel tempo.
In questi mesi Mheda sta guidando la lotta dei contadini di Singur nel Bengala occidentale, le cui terre, circa un anno fa, vennero autoritariamente requisite dal Governo locale per fare spazio al famoso progetto di auto "low cost" targato Tata Motors. Un progetto destinato sicuramente ad accrescere la competitività della Casa Automobilistica Indiana (e di riflesso anche della nostra Fiat, nell'ambito del complesso accordo di distribuzione, co-produzione e cooperazione tecnica che da tempo lega i due marchi, diventati insieme sempre più competitivi e grandi) ma che ha coinciso con uno scontro sociale violentissimo e prolungato nel tempo, sacrificando una vasta e sviluppata economia agricola che dava da vivere a oltre 6 mila famiglie, per un totale di 22 mila anime.

Fim-Fiom-Uilm di Torino vogliono far conoscere ai lavoratori di Mirafiori questa vicenda in quanto condannano fermamente ciò che sta accadendo a Singur e reputano fondamentale non far passare sotto silenzio, qui a Torino città in cui la Fiat ha il suo centro direzionale, la lotta dei contadini di Singur. Fim-Fiom-Uilm esprimono la loro solidarietà a Mheda Patkar e alle organizzazioni dei contadini che stanno guidando una lotta di giustizia e di equità.

Proponiamo di seguito stralci dell’appello inviato da Mheda alla città di Torino.

"La ragione per la quale ho deciso di scrivervi questa lettera oggi è mettervi al corrente circa la terribile ingiustizia che ha colpito migliaia di contadini (in parte proprietari, nella maggior parte semplici lavoranti) che una volta dipendevano dalle terre più fertili che possiate immaginare, nel Bengala Occidentale. Ebbene: quelle terre sono state cancellate per far posto a un progetto di industrializzazione che (mi hanno detto) qui in Italia è stato descritto come esempio di “nuovo e visionario coraggio” del Ministro di quell’area, Bhuddadeb Bhattacharjee – ma che in effetti ha registrato un enorme costo umano, ambientale e sociale, per la gente che in quella regione viveva da sempre. Mi riferisco all’area di Singur, a circa 40 km dalla città di Kolkata: dove non meno di 22 mila persone sono state costrette a sloggiare dalle loro case e terre per far spazio agli impianti in cui TATA Motors produrrà la sua famosa “low cost car”. In nome dello Sviluppo Industriale, un’area di 400 ettari dieci volte più estesa dello Stato del Vaticano e straordinariamente produttiva (dai 3 ai 5 diversi raccolti all’anno) è stata requisita con la forza.
I contadini si sono opposti dal momento stesso in cui il progetto è stato annunciato, nel mese di
maggio 2006. Ma la loro voce è stata ignorata. In quei giorni, molte donne vennero umiliate e molestate, ingiustamente accusate dei più assurdi reati da parte della forza pubblica. Io stessa, insieme ad altri attivisti sociali, sono stata fermata, malmenata e arrestata per ben tre volte in una sola settimana - e sia a me che ad altri attivisti impegnati sul fronte dei Diritti Umani è stato negato il diritto di visitare l’area.
Da quel giorno Singur è stato un campo di battaglia, teatro di una serie di episodi di sangue, violenza e abusi. Durante i mesi di febbraio e marzo la polizia ha più volte picchiato a colpi di lathi (la micidiale canna di bambù) chiunque osasse far sentire la propria voce. Il momento più cupo è stato lo stupro e poi l’uccisione di una ragazza, Tapasi Mallich, rea di avere guidato un dharna (seduta di protesta nonviolenta) nel suo villaggio. Molte altre morti, per assassinio o per suicidio, sono seguite dopo la sua.
Tutto ciò non ha impedito a TATA Motors di proseguire nella costruzione del suo stabilimento e
il Governo del West Bengala ha ripetutamente dichiarato il progetto “NON negoziabile” in considerazione degli“impegni” già presi e firmati con numerosi Investitori Esteri, soprattutto con l’Italia.
La lotta è continuata per tutti questi mesi: non meno di mille famiglie, in parte piccoli proprietari, la maggior parte bargadars (cioè mezzadri, semplici lavoranti) che da generazioni dipendono dalla coltivazione di queste terre e che non si arrendono all’idea di perdere insieme ad esse l’unica fonte di sostentamento. Quanto agli stabilimenti TATA Motors: avrebbero potuto essere destinati a terre NON agricole, evitando la distruzione di una prospera economia e delle comunità che da essa dipendevano. Ma la speculazione finanziaria e immobiliare non sarebbe stata altrettanto rapida e profittevole.
Questo è il motivo che mi spinge a scrivervi questa lettera, oggi. Negli stessi mesi in cui noi si viveva questo sanguinoso conflitto sociale, il vostro paese spediva in India la più impressionante delegazione commerciale che mai si sia vista in 60 anni di storia post-coloniale: non meno di 450 tra uomini d’affari, banchieri, managers, delegati a vario titolo, giornalisti, accademici e naturalmente politici ai massimi livelli, hanno in pochi giorni toccato le nostre maggiori capitali con l’obiettivo di raddoppiare il volume delle transazione tra Italia e India nel più breve tempo possibile.
Particolarmente triste è stato assistere al totale silenzio della vostra stampa e della FIAT, su più fronti impegnata con TATA Motors e “partner” a tutto campo, sia tecnologico sia di know how, anchesul fronte della commercializzazione su mercati terzi e quindi dei profitti “globali” su questo progetto di “low cost car”. Noi, popoli e movimenti indiani, ci opponiamo a questo stile neo-coloniale di “partenariato” e ci domandiamo come possa succedere che una nazione così civilizzata e ricca di cultura come l’Italia possa associarsi a un simile e sistematico furto di terre, violento e brutale, contrario a qualsiasi nozione di Diritto Umano, e in totale contrasto con qualsiasi nozione di sostenibilità e di rispetto per l’ambiente. Ci chiediamo anche come possa essere successo che coloro che erano al corrente della situazione (i vostri diplomatici in India, i vari Funzionari e Ministri che hanno preparato la Missione Prodi in India) possano essere rimasti così indifferenti alle notizie degli scontri, benché fossero sotto gli occhi di tutti.
Mai più lo sviluppo industriale riuscirà a imporsi nel nostro paese a spese dello sviluppo agricolo raggiunto dai nostri contadini nell’arco di anni di costante sforzo! Come può un Governo italiano che si definisce di Centro-Sinistra, ritenersi “Partner” di un simile progetto di distruzione, di una simile “produzione” (invece che diminuzione) di povertà? E’ questo il “partneriato economico” che l’Europa, l’Italia hanno in mente?
Mi appello a voi e al vostro Parlamento affinché il conflitto sociale esploso nelle aree di Singur riceva d’ora in poi la massima considerazione, a maggior ragione dopo che la stessa Alta Corte di Kolkata ha recentemente rilevato l’illegalità di quelle requisizioni; nonché le condizioni di assoluta convenienza offerte a TATA Motors, a fronte delle perdite sofferte da un’intera collettività. A nome di tutti coloro che stanno soffrendo per l’iniquità di quelle requisizioni, mi auguro di udire almeno UNA voce di protesta, proveniente dall’Italia, contro questa volgare ingiustizia che si sta perpetuando a spese del nostro settore agricolo e delle comunità rurali, in Bengala occidentale e altrove."

FIM-FIOM-UILM (Torino)

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4) Testo Lettera Aperta agli Azionisti Fiat (24 gennaio 2008)

Oggi siede fra Voi, componente importante del Consiglio di Amministrazione della vostra azienda, Ratan Tata. Amministratore delegato di TATA Motors, il più importante partner industriale e commerciale del Gruppo FIAT.
Al recente Motor Show di new Delhi il gruppo TATA MOTORS ha lanciato l’auto low cost, una vetturetta che nei disegni di Ratam TATA dovrebbe mettere al volante per la prima volta milioni di indiani.

Ma la vetturetta da 2000 Euro già gronda sangue

Infatti come per molti altri investimenti industriali si ripete il solito rituale: migliaia di cittadini poveri (dalit, adivasi, contadini poveri) vengono espropriati della terra e di risorse essenziali per la propria sopravvivenza nella ricerca di profitto in produzioni che soddisfano i consumi di una minoranza della popolazione.
Il governo del Bengala Occidentale ha avviato l’esproprio di 20.000 acri di terra fertile, contro il volere e gli interessi della popolazione. I contadini espropriati si sono opposti alla requisizione forzata ma il governo ha risposto scagliando loro contro la polizia, i bastoni, le ruspe, il suo esercito, le sue squadracce che si sono rese responsabili di brutali assassini e sopraffazioni.
Per i villaggi di Singur l’esproprio delle terre per fare spazio agli stabilimenti destinati alla “utilitaria più economica del mondo” sono ormai una realtà; si è costruito un recinto ma continuamente nascono situazioni di scontro.
FIAT grazie agli accordi commerciali e di investimento esistenti con TATA MOTORS, si rende moralmente corresponsabile di quello che sta succedendo a Singur.

È scandaloso il totale blackout mediatico nel nostro paese su queste tragedie.
È scandaloso l’atteggiamento FIAT che si limita a definire la situzione “di competenza dell’autorità indiana locale” e se ne lava le mani, smentendo gli impegni di Responsabilità Sociale ed Ambientale ufficialmente presi con la propria comunità di azionisti, utenti e lavoratori.

Pertanto, raccogliendo l’appello dell’attivista Medha Patkar che è stata di recente tra noi, dell’attivista Anuradha Talwar, delle scrittrici Mahasveta Devi e Arundhati Roy, delle tante donne e uomini che hanno denunciato con forza l’insostenibilità del “modello di sviluppo” del Governo del Bengala Occidentale, e richiamandoci agli stessi impegni espressi nel codice di Responsabilità Sociale della Vostra azienda, vi chiediamo di esigere che l'azienda rispetti i diritti umani fondamentali negli investimenti diretti e in quelli attuati in sinergia con gli investitori stranieri.
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IL CASO SINGUR AL PARLAMENTO ITALIANO: TUTTE LE INTERPELLANZE

SOMMARIO
1) Sen. Francesco Martone (febbraio 2007)
2) Dep. Gennaro Migliore (24 ottobre 2007)
3) Dep. Angelo Bonelli (9 novembre 2007)
4) Dep. Bonelli, De Zulueta, Francescato, Boato, Lion, Balducci, Cassola, Fundarò, Pellegrino, Camillo Piazza, Trepiccione e Zanella (15 novembre 2007)
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1) febbraio 2007

DA PARTE DEL SENATORE FRANCESCO MARTONE
INTERROGAZIONE PARLAMENTARE URGENTE A RISPOSTA SCRITTA

Al Ministro del Commercio Internazionale
Al Ministro dello Sviluppo economico
Al Ministro degli Affari Esteri

Premesso che,

Tata Motors Ltd. ha annunciato di aver accettato un'ulteriore offerta della Fiat nell’ambito di una partnership ripetutamente definita per entrambe le industrie strategica che prevede investimenti per oltre 900 milioni di dollari sul breve e lungo termine, e che include un rilevante contributo anche sulla produzione e realizzazione di utilitarie economiche da mettere sul mercato entro l’anno 2008. Nello specifico la Fiat e l'indiana Tata Motors hanno realizzato una joint venture 50-50 con la finalità di piena cooperasione in ambito automobilistico nelle aree sviluppo, componenti, acquisti delle materie prime e valorizzazione e distribuzione dei prodotti nei rispettivi mercati. Ulteriori accordi sono stati annunciati nel corso dei prossimi mesi. Fiat e Tata stanno inoltre discutendo cooperazioni commerciali e industriali in America Latina;

al riguardo l'amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne ha dichiarato: “L'intesa che abbiamo raggiunto con il Gruppo Tata rappresenta un altro passo nella nostra strategia di cercare accordi mirati per il settore auto, concretizzata in alleanze di successo con partner di assoluto rilievo”. Dal canto suo il presidente del Gruppo Tata e di Tata Motors, Ratan Tata, ha affermato: "Siamo molto contenti di poter discutere con il Gruppo Fiat le possibilità di cooperazione tra le due imprese. Fiat è un grande gruppo, stimato nel mondo, con una lunga presenza nella storia dell'automobile. Entrambe le società trarranno benefici da questa alleanza in termini di opportunità di sviluppare prodotti insieme, condividere piattaforme e moduli”. In relazione a questo accordo di partenariato e soprattutto sul progetto “low-cost-car”, che sta impegnando TATA Motors da almeno tre anni, la FIAT, forte di un’esperienza di parecchi decenn,i non potrà che contribuire in modo rilevante;

la località di Singur ( a 40 km da Kolkata, o Calcutta, area densamente popolata nello Stato del Bengala occidentale) è stata scelta per il mega impianto: ed è in fase di predisposizione un terreno di circa 1.200 acri, 700 dei quali andranno destinati all'edificazione dell'unità principale, mentre i restanti andranno adibiti per costruzioni ausiliari;

l’area prescelta per la realizzazione dell’impianto è un’area molto fertile, abitata da circa 22.000 persone che dall’agricoltura ricevono il loro unico sostentamento. Le misure di indennità previste andranno a beneficio solo di chi riesce a dimostrare di essere proprietario del terreno, escludendo le donne, così come i mezzadri (“barga”) e, ovviamente, i braccianti. A fare le spese di simili misure di requisizione sarà anche chi lavora per le attività indotte, come i piccoli artigiani e i piccoli commercianti;

nonostante queste considerazioni e forte di una legge (il “Land Requisition Act - 1894) promulgata durante l’occupazione britannica, nel primo week end di dicembre il governo del Left Front ha espropriato questi 1.000 acri a beneficio della Tata Corporation che su quegli stessi terreni, e nonostante l’opposizione di una larga percentuale di contadini, ha già iniziato a edificare la predetta fabbrica di utilitarie. Ovviamente basterebbe molto meno terreno, ma il resto serve alla speculazione edilizia; non a caso la Tata si è impuntata su quest’area così vicina a Calcutta;

numerose le violenze poliziesche registrate nell’arco di oltre due mesi contro i manifestanti, come denunciato nei primi di gennaio da un Documento di Amnesty International. Già in settembre, nel corso di manifestazioni che registrarono la morte di un abitante, il governo proibì qualsiasi pubblica riunione nella regione invocando la Sezione 144 del Codice penale indiano e limitando gli spostamenti da e per Singur;

nel primo weekend di dicembre, la polizia ha fatto nuovamente ricorso alla forza contro una manifestazione di proprietari contadini e lavoratori agricoli ed arrestò 65 abitanti. Il 4 dicembre, la polizia arrestò illegalmente la presidentessa del PBKMS, Anuradah Talwar (ed altri due attivisti), liberandola solo dopo 3 giorni, troppo tardi per permetterle di partecipare alla conferenza mondiale dei lavoratori agricoli dell’UITA, in corso a Madrid quella settimana, dove avrebbe dovuto rappresentare l’India;

rappresentanti sindacali di tutta l’India hanno visitato in più riprese Singur e dichiarato di appoggiare la lotta dei residenti. Tra essi le note scrittrici Mahasveta Devi e Arundhati Roy, l’economista John Dreze, e altri intellettuali. Sindacati e gruppi di attivisti della società civile hanno organizzato una giornata nazionale di solidarietà il 28 dicembre;

i contadini stanno opponendo una resistenza decisa. L’area è stata di fatto isolata e il governo cerca di non farvi arrivare nessuno che possa sostenere la lotta dei contadini. Tra le vittime della crescente violenza anche Tapasi Malik, una ragazza di 18 anni, organizzatrice del movimento dei contadini, che nella notte del 18 dicembre scorso è stata sequestrata, violentata in gruppo, strangolata e infine bruciata;

per dare massima visibilità alla protesta la leader del Partito Trinamool Mamta Banerjee ha sostenuto dai primi di dicembre un lungo sciopero della fame dichiarando di essere disposta a morire ma non di arrendersi all’illegalità di questa occupazione attuata con il ricorso ad un editto coloniale. “È una Guerra che lo stato ha dichiarato ai contadini dal 25 settembre” ha dichiarato più volte e anche di recente, reiterando il principio che lo sviluppo industriale non può affermarsi in conflitto con lo sviluppo dell’agricoltura, e richiamando di nuovo l’attenzione sui numerosi terreni non coltivati che potrebbero corrispondere ai requisiti delle industrie Tata. Per tutta risposta Tata Motors ha dichiarato anche di recente di non avere intenzione di negoziare;

il 12 gennaio il Governo del West Bengala ha pubblicato un rapporto di 372 pagine contenente i nomi dei 15.000 contadini che avrebbero acconsentito a vendere I loro terreni. Mamta Banerjee ha obiettato che molti dei nomi risultano ripetuti più volte – e molti dei nominati hanno denunciato le condizioni ‘coatte’, sotto minaccia, del loro consenso. Il 21 gennaio, nonostante la controversia fosse più che mai aperta, e nonostante il contratto di leasing con le autorità del West Bengala non risultasse neppure firmato, TATA ha deciso che il progetto denominato “low cost car” non poteva attendere e quindi di passare ai fatti. All’interno dell’area contestata ha celebrato quindi il cosiddetto “bhomi pooja”, rituale importante per l’India che esprime voti di buon auspicio per ogni impresa che sta per partire. Con ciò è stata sancita la proprietà TATA sui terreni e l’inizio della effettiva recinzione in muratura;

i disordini e la protesta non si sono tuttavia sedati e fino ad oggi gli scontri si sono ripetuti in tutta l’area raggiungendo anche il centro di Calcutta, con ripetuti episodi di violenza, numerosi feriti e un numero imprecisato di fermati.


Si chiede al Governo di svolgere approfondite verifiche circa i fatti sopra descritti e in particolare di valutare l’opportunità di mediare con le Industrie TATA Motots e con il governo del Bengala occidentale per l’immediata cessazione di ogni forma di abuso dei più elementari diritti umani, incluse requisizioni o espropri, che nulla hanno a che fare con una reale e modernamente accettabile concezione di sviluppo, ma che possono solo ritenersi la causa (e non l’effetto) delle gravissime tensioni che neppure l’applicazione di un decreto Sezione 144 contro le pubbliche manifestazioni è riuscito a sedare nell’arco di oltre due mesi, nelle aree agricole di Singur.
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2) Dep. Gennaro Migliore (24 ottobre 2007)

GENNARO MIGLIORE.
Al Ministro degli affari esteri,
al Ministro del commercio internazionale,
al Ministro dello sviluppo economico.

Per sapere, premesso che:
il gruppo Tata e` il piu` grande conglomerato industriale in India. Tata Motors, la divisione auto e veicoli industriali, da tempo sta studiando lo sviluppo di una sua small-car a basso costo. Per l’industrializzazione e produzione di questa auto si e` scelto di costruire una nuova fabbrica nella regione di Singur, nel Bengala occidentale a circa 35 chilometri da Calcutta – Kolkata;

la popolazione, in particolare i contadini, si oppone alla cessione dell’area designata. Si tratta infatti di un terreno molto fertile destinato all’agricoltura;

il gruppo Tata e` costituito da 93 societa` in sette settori di attivita` ed impiega circa 220.000 dipendenti. Circa il 65 per cento della proprieta` del gruppo e` controllata dalla Fondazione Tata;

la Tata ha aderito volontariamente al « Global Compact ». Tata Steel, una delle divisioni della Tata, e` conosciuta come l’industria siderurgica con i piu` bassi costi produttivi al mondo. La stessa strategia e` oggi perseguita da Tata Motors, la divisione auto e veicoli industriali del Gruppo, che da tempo sta studiando lo sviluppo – insieme alla Fiat – di una sua small-car a basso costo. La nuova macchina sara` presentata al Salone di Delhi nel 2008;

l’accordo con Fiat risale al giugno 2006 e attualmente Ratan Tata, il presidente della Tata, siede nel consiglio di amministrazione del gruppo Fiat. Per l’industrializzazione e produzione di questa auto si e` scelto di costruire una nuova fabbrica nella regione di Singur, nel Bengala occidentale a circa 35 chilometri da Calcutta – Kolkata. L’area designata per la costruzione della fabbrica comprende terreni molto fertili che sono stati destinati all’agricoltura dopo la riforma agricola e la redistribuzione delle terre grazie ai « moti contadini » degli anni ’70. L’estensione del terreno e` di 1.000 acri, circa 400 ettari, divisi in lotti di varie dimensioni. La fertilita` del terreno permette dai 3 ai 5 raccolti annui. La requisizione del terreno avviene grazie all’applicazione di un editto coloniale del 1894 il Land Acquisition Act; anche il partito Comunista al governo del West Bengala si e` schierato a favore del progetto;

l’Alta Corte di Calcutta il 26 febbraio 2007 ha messo in dubbio la legalita` delle requisizioni e richiesto al governo del West Bengala di comprovare la volontarieta` della sottoscrizione dello sfratto da parte dei contadini;
il conflitto e` aumentato quando in localita` Nandigram, sempre nel West Bengala, 22.000 acri di terreno sono stati destinati al gruppo indonesiano SALIM e all’industria di proprieta` statale Industrial Development Corporation per la costruzione di un vasto insediamento petrolchimico; il governo del West Bengala ha pianificato la realizzazione di almeno altri sei progetti industriali in quell’area, definita SEZ – Special Economic Zone – che dovrebbe coprire un totale di 10.000 ettari;
a fronte di probabili 2.000 lavoratori assunti dalla fabbrica della Tata, 30.000 contadini hanno perso la terra, unica fonte di sussistenza;

il costo sociale delle requisizioni e` particolarmente alto per i bargadars, lavoratori a mezzadria;

gli oppositori al progetto, giustamente, fanno notare che lo sviluppo industriale non puo` affermarsi in conflitto con lo sviluppo dell’agricoltura. Richiamano inoltre l’attenzione sui numerosi terreni non coltivati che potrebbero corrispondere ai requisiti delle industrie Tata. Inoltre alcuni contadini negano di aver mai firmato il documento in cui cedevano le loro proprieta` al governo, altri dicono di essere stati minacciati per farlo e altri ancora ammettono di avere accettato in cambio della promessa di un lavoro in fabbrica. In ogni caso questi contadini non avevano scelta, in quanto la vecchia legge coloniale non prevede che si debba chiedere il permesso ai contadini prima di sfrattarli. I documenti di cessione servono per disciplinare i risarcimenti. Questi soldi pero` saranno elargiti solo a chi puo` dimostrare burocraticamente il possesso della terra, cioe` non tutti. E comunque la somma « rimborsata » dal Governo, circa 1.600 euro per ogni proprieta` , rappresenta un valore molto al di sotto del prezzo di mercato e non basta certo a garantire un futuro a intere famiglie che sopravvivono solo grazie alla terra;

il 25 settembre 2006 durante una protesta di massa, negli scontri con la polizia, viene ucciso un manifestante e molti sono i feriti;

nel dicembre 2006 inizia l’operazione di recinzione dell’area che viene attuata con l’uso della forza, attraverso l’impiego di 600 poliziotti e 1.200 agenti privati. Gli scontri si intensificano e dalle campagne raggiungono anche la citta` di Calcutta dove lo showroom Tata viene devastato. Mamta Banerjee comincia un lungo sciopero della fame in solidarieta` con la Banerjee e con i contadini di Singur. Si aggiungono alle proteste l’attivista Medha Patkar, oltre alle scrittrici Mahasveta Devi e Arundhati Roy, l’economista John Dreze e lo storico Sumit Sarkar. Il sindacato PBKMS, affiliato alla International Union of Food Workers, appoggia le proteste;

il 18 dicembre 2006 viene rinvenuto il corpo carbonizzato di una ragazza, Tapasi Malik, attivista del Krishjami Raksha Committee – Comitato per la difesa della Terra. La violenza viene vista come un’azione intimidatoria. Il clima di tensione sale con arresti nei giorni successivi;

nel gennaio 2007 il Centre for Science and Enviroment indirizza un’interrogazione al Governo di Delhi circa la dubbia qualita` ambientale del progetto low cost car;

il 6 gennaio 2007 gli scontri si spostano a Nandigram area dove e` prevista la costruzione di un vasto insediamento petrolchimico. La violenza raggiunge l’apice nella notte tra il6eil7gennaio con scontri tra squadre paramilitari e il fronte contadino. Il bilancio e` di 11 morti;

l’8 gennaio 2007 tutto il West Bengala entra in stato di « bandth » – sciopero generale e vengono arrestate 1.500 persone;
il 9 gennaio si tiene una manifestazione studentesca di appoggio ai contadini e contemporaneamente quattro bombe vengono fatte esplodere dentro i terreni gia` perimetrati da Tata. Nel tentativo di raggiungere l’area l’attivista Medha Patkar viene arrestata per la terza volta dall’inizio del conflitto;

il 12 gennaio 2007 il governo del West Bengala rende noto un documento di 372 pagine contenente i nomi dei 15.000 contadini che avrebbero consentito la vendita dei loro terreni. Gli oppositori al progetto contestano che l’elenco riguarda solo 464 acri su un totale di 997 acri delle requisizioni gia` effettuate. In questo elenco molti nomi vengono ripetuti piu` volte e alcuni avevano ricevuto minacce per dare il consenso;

il 21 gennaio 2007 la Tata inaugura l’inizio della costruzione della recinzione in muratura;

il 27-28 gennaio 2007 lo scontro riprende con un bilancio di 40 feriti e 1.000 fermi. Il Trinamool Congress Party denuncia la non trasparenza dell’accordo siglato dal Governo bengalese con la Tata;

il 2 febbraio 2007 la stampa indiana da` risalto alle conclusioni emerse da una Fact-Finding mission formata da una rosa di rispettati opinionisti e intellettuali. Da qui emerge che gli scontri e i gravi fatti verificatisi a Singur e poi a Nandigram sono da imputare al fatto che gli abitanti delle aree interessate non erano stati consultati. Vengono ribadite le ragioni di scetticismo circa un’industrial option che nelle passate esperienze non aveva garantito un soddisfacente assorbimento della popolazione. Vengono inoltre riconosciute le bassissime indennita` che solo in minima parte hanno compensato la perdita della terra;
nel marzo 2007 continuano le proteste e durante gli scontri si contano 14 morti a Nandigram, decine di feriti e denunce per violenze;

pochi giorni fa la leader indiana Medha Paktar si e` recata in Italia, invitata dall’Associazione « A Sud », per dare risalto internazionale alla campagna sulla violazione dei diritti umani in Singur e per sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sul ruolo giocato dal gruppo italiano FIAT nel progetto –:

se i Ministri interrogati non ritengano necessario avviare approfondite verifiche sulla situazione descritta in premessa;

se i ministri interrogati non ritengano opportuno valutare l’opportunita` di mediare con la Tata Motors e con il governo del Bengala per l’immediata cessazione di ogni forma di abuso dei piu` elementari diritti umani, incluse requisizioni ed espropri, che nulla hanno a che fare con una reale e accettabile concezione di sviluppo.

(4-05394) XV LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 24 OTTOBRE 2007
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3) Dep. Angelo Bonelli (Notizia del 9 novembre 2007)

Interrogazione al Ministro Massimo D’Alema di Angelo BONELLI

“SOLIDARIETA' A MEDHA PATKAR, ATTIVISTA INDIANA”

COMUNICATO STAMPA

INTERROGAZIONE DEL VERDE BONELLI PER AGGRESSIONE ALL’ATTIVISTA INDIANA MEDHA PATKAR

"Si batte a fianco delle comunità locali contro le multinazionali: D'Alema chieda tutele alle autorità indiane"

Roma, 9 nov. - Il presidente dei Deputati Verdi, Angelo Bonelli, esprime solidarietà all'attivista indiana Medha Patkar, invitata recentemente in Italia dalla Ong A Sud per l' inaugurazione del Centro di Documentazione sui Conflitti Ambientali dei Sud del mondo, aggredita ieri mentre cercava di raggiungere la zona di Nandigram, nel West Bengala, dove da mesi è in corso un drammatico conflitto che vede protagoniste le comunità locali.

Bonelli ha presentato una interrogazione al ministro D'Alema per chiedere di vigilare sulla agibilità degli ecopacifisti in una zona particolarmente soggetta a gravi tensioni: "all'origine delle proteste - spiega Bonelli - ci sono i 20.000 acri di terra che erano stati destinati dall'amministrazione del Bengala Occidentale al colosso petrolchimico indonesiano Salim. Le proteste e le resistenze delle comunità locali nell'area di Nandigram sono aumentate dopo gli scontri scoppiati intorno alle aree agricole di Singur, dove 1000 acri di terra sono stati requisiti per fare spazio agli impianti Tata Motors per la produzione della "low cost car", nell'ambito dell'articolata Joint Venture con l'italiana Fiat.

In queste ore molti attivisti stanno bloccando l'autostrada che porta a Nandigram e gli scontri non accennano a diminuire. - Medha Patkar - aggiunge - è stata aggredita dagli attivisti del Partito Comunista Marxista, al governo del West Bengala - in una località chiamata Kapaseberia, lungo la strada per Nandigram. Spero che il ministro degli Esteri raccolga la mia sollecitazione ad intervenire presso le autorità indiane per chiedere garanzie e tutele per gli attivisti come Medha Patkar, da sempre a fianco della resistenza delle comunità locali che chiedono il rispetto dei propri diritti".
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4) Dep. Bonelli, De Zulueta, Francescato, Boato, Lion, Balducci, Cassola, Fundarò, Pellegrino, Camillo Piazza, Trepiccione e Zanella (15 novembre 2007)

RESOCONTO SEDUTA n. 243 CAMERA DEI DEPUTATI 15/11/2007

Inizio contenuto Allegato B

Al Ministro degli affari esteri. -

Per sapere, premesso che:

l'attivista indiana Medha Patkar, invitata recentemente in Italia da «A Sud» un'associazione nata nel 2003 per affiancare i movimenti sociali e indigeni del Sud del mondo attraverso progetti di cooperazione internazionale, in occasione dell'inaugurazione del Centro di Documentazione sui Conflitti Ambientali del sud del mondo, è stata aggredita la mattina dell'8 novembre mentre cercava di raggiungere la zona di Nandigram, nel West Bengala, dove da mesi è in corso un drammatico conflitto sociale;

all'origine delle proteste della popolazione locale, come ricordato tra l'altro da Daniela Bezzi nell'articolo «Bengala Occidentale: a Nandigram come nel Far West» pubblicato nel sito http:/www.asud.net/news, vi è la questione di oltre 20.000 acri di terra, destinati l'anno scorso dall'amministrazione del Bengala Occidentale al colosso petrolchimico indonesiano Salim senza il consenso della popolazione contadina. La resistenza nell'area di Nandigram si era fatta l'anno scorso particolarmente compatta dopo la stagione di turbolenze scoppiate intorno alle aree agricole di Singur, dove 1.000 acri di terreno erano stati autoritariamente requisiti (2 dicembre 2006) per fare spazio agli impianti Tata Motors per la produzione della low cost car, nell'ambito dell'articolata Joint Venture con la nostra Fiat. L'inflessibilità del Governatore del Bengala Occidentale, a fronte di indennità decisamente inferiori ai prezzi di mercato della terra (oltretutto in vivacissima e continua crescita in tutta l'India) non era riuscita a vincere la riluttanza del 50 per cento dei proprietari alimentando una protesta che con diversa intensità e con dinamiche diverse, non si è mai placata;

nella notte tra il 5 e il 6 novembre l'attivista Medha Patkar diramò un drammatico messaggio nel quale lanciava l'allarme sul precipitare della situazione esprimendo: «fortissima preoccupazione circa una situazione di vera e propria guerra che minaccia di esplodere da un momento all'altro. Sono infatti migliaia i quadri CPM (Partito Comunista Marxista) che hanno circondato Nandigram da almeno tre versanti. Dai loro megafoni hanno fatto sapere che intendono riconquistare la zona (...). La presenza e il sostegno a questo attacco da parte di numerosi Ufficiali di Polizia di grado superiore, qualifica la posizione «politica» del Governo del Bengala Occidentale...»;

nello stesso appello spiegava che la situazione rischiava di diventare ingestibile, che molte vite erano già state sacrificate e che «la popolazione di Nandigram rivendica il diritto di autodifesa e sopravvivenza ed è decisa a resistere con qualunque mezzo disponibile. Abbiamo ragione di temere che tutto questo degeneri in un massacro senza precedenti, poiché non vediamo alcuna volontà da parte del Governo del Bengala Occidentale di fermare questa violenza» e chiedeva pertanto un intervento del governo centrale per porre fine a questa guerra emergente ed una mobilitazione internazionale in tal senso;
due giorni dopo Medha Patkar è stata aggredita dagli attivisti del CPI(M) - Partito Comunista Marxista, al governo del West Bengala - a Kapaseberia, nel distretto dell'East Midnapore, lungo la strada per Nandigram;

secondo quanto riporta il sito della citata associazione Medha Patkar raggiunta al telefono dopo l'accaduto avrebbe infatti affermato che: «C'erano uomini del CPI(M) che portavano bandiere rosse. Hanno bloccato la mia macchina e altri veicoli che andavano con me a Nandigram. Mi hanno ferita al viso. Hanno provato a tirarmi i capelli per trascinarmi fuori dalla macchina»;
lo scontro sociale in atto non accenna a diminuire. Secondo il gruppo anti-SEZ (Special Economic Zones) coinvolto negli scontri, la guerra tra CPI-M e i lavoratori del Trinamool ha causato fino ad oggi 5 morti, dozzine di feriti e lasciato migliaia di persone senza casa. Tutte le strade della città sono ora bloccate -:

quali misure intenda intraprendere il Governo italiano per facilitare l'interruzione dello stato d'assedio dichiarato dall'Amministrazione del Bengala occidentale nelle aree circostanti Nandigram, dove uomini, donne e bambini che stanno disperatamente resistendo al massacro di un intero territorio e affermando il loro diritto alla terra e alla sussistenza, vivono in condizioni di vero e proprio strangolamento; e in particolare se non si reputi di dover urgentemente porre in essere tutte le possibili azioni diplomatiche nei confronti del Governo Indiano e del Bengala Occidentale atte a facilitare un processo di conciliazione.
(4-05646)

mercoledì 21 novembre 2007

Il caso del West Bengala alla rassegna Asiatica Film Mediale

Ieri a Delhi affollata conferenza stampa al Press Club di Rasina Road. Tra i relatori e testimoni dei fatti che hanno infiammato le campagne del Bengala occidentale nei giorni e settimane scorsi, di nuovo Medha Patkar che ha parlato di "uno stato che ha dichiarato guerra alla sua gente". E a seguito dell'aperta condanna da parte dell'Alta Corte di Kolkata, circa l'operato, le omissioni e le responsabilità che hanno sinistramente caratterizzato il CPI-M e il suo stesso Chief Minister Bhuddadeb Battacharjee nel bagno di sangue che tutta la stampa ha riportato, la questione-Nandigram è stata all'ordine del giorno anche della burrascosa seduta al Parlamento Indiano di oggi.

Sulla stampa italiana permane il più totale silenzio... In compenso sta crescendo la documentazione, anche per immagini, in formato CD, video-amatoriale, non importa...

Da non perdere domani pomeriggio, 22 Novembre, dalle 15,30 in poi, all’interno della rassegna
“Incontri con il Cinema Asiatico” (17-25 Novembre 2007)


IL CASO DEL WEST BENGALA
Al Cinema Nuovo Olimpia, Via in Lucina 16/G – Roma

La più completa documentazione al momento disponibile circa il drammatico scontro sociale in corso da oltre un anno nel Bengala occidentale. Il contesto, le forze in campo, le nostre responsabilità, le incredibili omissioni: tutto quello che avremmo dovuto sapere e che non ci hanno detto – e perchè…

Verranno proiettati
15.30
Whose land is it anyway?
(A chi appartiene questa terra? di Ladly Mukhopadhaya, India, 2006, 40’)

Non cederemo nè ora nè mai
(work in progress, di Danilo Licciardello, Italia, 2007, 30’) alla presenza del regista

17.30
Calcutta my love (di Goutam Ghose, India, 2007, 165’)

Introduce Daniela Bezzi

sabato 17 novembre 2007

In diretta da Kolkata

Clicca questo link per seguire da lontano la grande manifestazione di protesta del 14 novembre. Circa 100 mila le persone in piazza, fra essi moltissimi intellettuali, opinionisti, scrittori, uomini di spettacolo - e naturalmente studenti, cittadini, gente comune. Per protestare contro l'inaudita violenza esercitata dalle squadracce del CPI (M) contro gli abitanti di Nandigram.

Dove purtroppo la situazione sta ora evolvendo nel tipico ping pong delle responsabilità, ad uso di questo o quel schieramento politico, ma senza alcuna reale volontà di affrontare le ragioni che hanno fatto degenerare la situazione, già critica da mesi, fino a questo punto.

http://picasaweb.google.com/nagarikmancha/Mahaamichhil14Nov2007?authkey=HME1-6Sv27A

giovedì 15 novembre 2007

Da Kolkata la voce di Mahasveta Devi

Oggi è il 15 Novembre 2007. Ieri a Kolkata quasi 100 mila persone hanno marciato per le strade per ricordare quanto è successo a Nandigram. Il loro slogan era “Tomar nam, amar nam, Nandigram, Nandigram”. Il tuo nome, il mio nome, Nandigram, Nandigram. Nandigram è un luogo nel distretto orientale di Midnapore, nel Bengala occidentala. Il Ministro del Bengala Buddhadeb Bhattacharjee è passato dalla parte delle grandi multinazionali e ha cominciato a requisire terra agricola in Bengala occidentale in nome dell’industrializzazione. Singur nella regione dell’Hoogly è finito nel paniere dei Tata. Nandigram era destinato a diventare un’immensa raffineria chimica per Salim Groupp. Laskshman Seth, a capo dell’Authority per lo Sviluppo Metropolitano di Haldia, ha notificato il destino di Nandigram nel Dicembre del 2006. Questa notifica – che fino ad ora non è stata ufficialmente ritirata dal Governo del West Bengala – è stata la causa dei massacri di Nandigram in Gennaio e poi in Marzo 2007.
In Nandigram sono stati uccisi uomini, donne e bambini – e le morti non sono finite. Sono state struprate delle donne, e non c’è stata alcuna parola di rammarico da parte del Governo. D’altra parte, i quadri del CPI (M) e i loro killers – reclutati dai distretti vicini, dal Jharkhand e da altre parti – è gente che uccide con impressionante regolarità. Una volta tanto Hindu e Mussulmani si trovano a confrontare e a combattere un nemico comune. Le forze del CPI(M) sono alla fine riuscite ad entrare in Nandigram. Centinaia di case sono state demolite: riso, indumenti, utensili sono stati saccheggiati; canali e altre riserve di acqua sono stati avvelenati. E molte donne sono state stuprate. Lo stupro è una tipica tattica del CPI (M).
Ieri, la gente che marciava per le strade di Kolkata indossava delle bandane nere. Raramente ho visto una processione tanto solenne. La presenza delle generazioni più giovani era particolarmente impressionante. I nostri migliori scrittori, pittori, cantanti, attivisti culturali, gente di teatro, di cinema ed altri media erano con loro. La cosa più impressionante è stata la grande assemblea di gente normale. Essi sono l’essenza di Kolkata. Abbiamo fatto una grande colletta.
Sono stata immensamente orgogliosa di Kolkata.
Oggi, il governo ha organizzato un’altra dimostrazione per rispondere alla nostra di ieri. Il mio piccolo appartamento è pieno di riso, indument e coperte. Dei volontari si sono occupati di trasportarli a Nandigram su dei camion. Il cielo è nero. Le previsioni del tempo dicono che c’è un ciclone nell’aria. Nandigram ha bisogno di teli di plastica, coperte e riso. Nandigram ha bisogno di dottori infaticabili, di gente che sia disposta a dare una mano, soprattutto giovani in grado di mostrarci che è possibile servire la gente. E questo è tutto, per il momento.

(dall’Hindustan Times, 15.11.2007)