sabato 2 febbraio 2008

LE INIZIATIVE DEI SINDACATI SUL CASO SINGUR



SOMMARIO:

1) Lettera FIM al Ministero dello Sviluppo Economico (febbraio 2007)
2) Lettera congiunta delle Segreterie Nazionali alla Fiat (marzo 2007)
3) Testo Volantino distribuito a Mirafiori (novembre 2007)
4) Testo Lettera Aperta agli Azionisti Fiat (gennaio 2008)

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1) Lettera FIM al Ministero dello Sviluppo Economico (febbraio 2007)

Confederazione Italiana Sindacato Lavoratori
Segreteria Generale, Dipartimento Internazionale, Via Po,21- 00198 Roma06 8473357
Dott.ssa Loredana Gulino
PCN - MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Via Molise, n. 2, 00187 Roma, Italia pcn1@attivitaproduttive.gov.it

Roma, 15 febbraio 2007

Egr. Signora,

vorremmo portare alla sua conoscenza il fatto che recentemente la Fiat Auto ha siglato un importante accordo di collaborazione industriale con la azienda indiana Tata Motors, accordo che prevede la costruzione di un impianto industriale per la produzione di auto a Singur nello Stato del Bengala.

L’impianto sorgerà su un’area di oltre 400 ettari, area estremamente fertile, nonostante l’opposizione degli oltre 22.000 contadini residenti, che si sono visti privare di una importantissima fonte di reddito e terre di loro proprietà espropriate senza il loro consenso, pur avendo chiesto lo spostamento dell’insediamento in un'altra area meno importante sul piano agricolo.

L’indisponibilità totale delle autorità dello Stato e del Gruppo Tata di modificare la collocazione dell’insediamento industriale ha prodotto nel corso degli ultimi mesi manifestazioni, rivolte di massa e scioperi, con numerosi feriti, che non hanno prodotto alcun risultato tangibile di rispetto dei fondamentali diritti umani ed ambientali delle popolazioni, ma hanno al contrario contribuito solo alla radicalizzazione delle tensioni politiche a livello locale.

Le chiediamo pertanto di voler convocare la Direzione Aziendale della Fiat Auto al fine di discutere possibili soluzioni – da ricercare insieme al partner Tata Motors - che instaurino con le popolazioni locali un dialogo positivo e al fine di avviare un lavoro comune con i futuri lavoratori del nuovo impianto, sulla base della piena attuazione dei principi generali e dei singoli capitoli delle Linee Guida OCSE sulle Multinazionali.

Gianni Alioti, Dip. Internazionale, FIM
Cecilia Brighi, Dip Internazionale, CISL

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2) Lettera congiunta delle Segreterie Nazionali alla Fiat (marzo 2007)

da SEGRETERIE NAZIONALI, Corso Trieste, 36 - 00198 Roma - Tel. +39 06 852621
Protocollo: EM/ms/2007/920

Roma, 12 marzo 2007

SPETT. DIREZIONE FIAT GROUP
Fax 011-0063771

e pc FISM

OGGETTO: RICHIESTA CHIARIMENTI STABILIMENTO DI TATA MOTORS


Notizie di stampa sostengono il coinvolgimento di Fiat Group nella realizzazione di un nuovo stabilimento di Tata Motors, destinato alla produzione di una vettura low cost, nello Stato del Bengala occidentale, in località Singur.

Gli stessi organi di informazione e fonti sindacali indiane e internazionali denunciano l’impatto devastante di questo insediamento industriale su un’area agricola particolarmente fertile dove vivono circa 22.000 persone, delle quali gran parte non riceverebbe alcuna indennità per l’esproprio dei terreni. Il territorio interessato ha visto negli ultimi mesi manifestazioni di protesta e purtroppo alcuni interventi repressivi con vittime fra gli agricoltori e arresti di dirigenti sindacali.

Le Segreterie nazionali Fim, Fiom, Uilm chiedono chiarimenti sull’eventuale partecipazione di Fiat Group a questa iniziativa e in tal caso di intervenire, d’intesa con Tata Motors, affinché il Governo del Bengala Occidentale individui un’area diversa da Singur al fine di rendere compatibile il necessario sviluppo industriale con la salvaguardia delle condizioni di vita delle comunità agricole.

Distinti saluti.

B.Vitali (FIM-CISL), E.Masini (FIOM-CGIL), E.Panicali (UILM-UIL)

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3) Testo Volantino distribuito a Mirafiori (novembre 2007) come iniziativa congiunta dei sindacati FIM-Fiom-UILM.

LA VICENDA DI SINGUR E L’ACCORDO TATA-FIAT

Medha Patkar è un’attivista conosciutissima non solo in India per l'infaticabile impegno e la continua testimonianza di resistenza nonviolenta in favore dei movimenti indigeni e contadini. Particolarmente famosa la Resistenza da lei guidata per l'opposizione ad un modello di sviluppo e modernizzazione che privilegia la crescita meramente quantitativa, economica, a dispetto dei più elementari diritti umani ed ambientali - ma con costi sociali ed anche economici immensi e perduranti nel tempo.
In questi mesi Mheda sta guidando la lotta dei contadini di Singur nel Bengala occidentale, le cui terre, circa un anno fa, vennero autoritariamente requisite dal Governo locale per fare spazio al famoso progetto di auto "low cost" targato Tata Motors. Un progetto destinato sicuramente ad accrescere la competitività della Casa Automobilistica Indiana (e di riflesso anche della nostra Fiat, nell'ambito del complesso accordo di distribuzione, co-produzione e cooperazione tecnica che da tempo lega i due marchi, diventati insieme sempre più competitivi e grandi) ma che ha coinciso con uno scontro sociale violentissimo e prolungato nel tempo, sacrificando una vasta e sviluppata economia agricola che dava da vivere a oltre 6 mila famiglie, per un totale di 22 mila anime.

Fim-Fiom-Uilm di Torino vogliono far conoscere ai lavoratori di Mirafiori questa vicenda in quanto condannano fermamente ciò che sta accadendo a Singur e reputano fondamentale non far passare sotto silenzio, qui a Torino città in cui la Fiat ha il suo centro direzionale, la lotta dei contadini di Singur. Fim-Fiom-Uilm esprimono la loro solidarietà a Mheda Patkar e alle organizzazioni dei contadini che stanno guidando una lotta di giustizia e di equità.

Proponiamo di seguito stralci dell’appello inviato da Mheda alla città di Torino.

"La ragione per la quale ho deciso di scrivervi questa lettera oggi è mettervi al corrente circa la terribile ingiustizia che ha colpito migliaia di contadini (in parte proprietari, nella maggior parte semplici lavoranti) che una volta dipendevano dalle terre più fertili che possiate immaginare, nel Bengala Occidentale. Ebbene: quelle terre sono state cancellate per far posto a un progetto di industrializzazione che (mi hanno detto) qui in Italia è stato descritto come esempio di “nuovo e visionario coraggio” del Ministro di quell’area, Bhuddadeb Bhattacharjee – ma che in effetti ha registrato un enorme costo umano, ambientale e sociale, per la gente che in quella regione viveva da sempre. Mi riferisco all’area di Singur, a circa 40 km dalla città di Kolkata: dove non meno di 22 mila persone sono state costrette a sloggiare dalle loro case e terre per far spazio agli impianti in cui TATA Motors produrrà la sua famosa “low cost car”. In nome dello Sviluppo Industriale, un’area di 400 ettari dieci volte più estesa dello Stato del Vaticano e straordinariamente produttiva (dai 3 ai 5 diversi raccolti all’anno) è stata requisita con la forza.
I contadini si sono opposti dal momento stesso in cui il progetto è stato annunciato, nel mese di
maggio 2006. Ma la loro voce è stata ignorata. In quei giorni, molte donne vennero umiliate e molestate, ingiustamente accusate dei più assurdi reati da parte della forza pubblica. Io stessa, insieme ad altri attivisti sociali, sono stata fermata, malmenata e arrestata per ben tre volte in una sola settimana - e sia a me che ad altri attivisti impegnati sul fronte dei Diritti Umani è stato negato il diritto di visitare l’area.
Da quel giorno Singur è stato un campo di battaglia, teatro di una serie di episodi di sangue, violenza e abusi. Durante i mesi di febbraio e marzo la polizia ha più volte picchiato a colpi di lathi (la micidiale canna di bambù) chiunque osasse far sentire la propria voce. Il momento più cupo è stato lo stupro e poi l’uccisione di una ragazza, Tapasi Mallich, rea di avere guidato un dharna (seduta di protesta nonviolenta) nel suo villaggio. Molte altre morti, per assassinio o per suicidio, sono seguite dopo la sua.
Tutto ciò non ha impedito a TATA Motors di proseguire nella costruzione del suo stabilimento e
il Governo del West Bengala ha ripetutamente dichiarato il progetto “NON negoziabile” in considerazione degli“impegni” già presi e firmati con numerosi Investitori Esteri, soprattutto con l’Italia.
La lotta è continuata per tutti questi mesi: non meno di mille famiglie, in parte piccoli proprietari, la maggior parte bargadars (cioè mezzadri, semplici lavoranti) che da generazioni dipendono dalla coltivazione di queste terre e che non si arrendono all’idea di perdere insieme ad esse l’unica fonte di sostentamento. Quanto agli stabilimenti TATA Motors: avrebbero potuto essere destinati a terre NON agricole, evitando la distruzione di una prospera economia e delle comunità che da essa dipendevano. Ma la speculazione finanziaria e immobiliare non sarebbe stata altrettanto rapida e profittevole.
Questo è il motivo che mi spinge a scrivervi questa lettera, oggi. Negli stessi mesi in cui noi si viveva questo sanguinoso conflitto sociale, il vostro paese spediva in India la più impressionante delegazione commerciale che mai si sia vista in 60 anni di storia post-coloniale: non meno di 450 tra uomini d’affari, banchieri, managers, delegati a vario titolo, giornalisti, accademici e naturalmente politici ai massimi livelli, hanno in pochi giorni toccato le nostre maggiori capitali con l’obiettivo di raddoppiare il volume delle transazione tra Italia e India nel più breve tempo possibile.
Particolarmente triste è stato assistere al totale silenzio della vostra stampa e della FIAT, su più fronti impegnata con TATA Motors e “partner” a tutto campo, sia tecnologico sia di know how, anchesul fronte della commercializzazione su mercati terzi e quindi dei profitti “globali” su questo progetto di “low cost car”. Noi, popoli e movimenti indiani, ci opponiamo a questo stile neo-coloniale di “partenariato” e ci domandiamo come possa succedere che una nazione così civilizzata e ricca di cultura come l’Italia possa associarsi a un simile e sistematico furto di terre, violento e brutale, contrario a qualsiasi nozione di Diritto Umano, e in totale contrasto con qualsiasi nozione di sostenibilità e di rispetto per l’ambiente. Ci chiediamo anche come possa essere successo che coloro che erano al corrente della situazione (i vostri diplomatici in India, i vari Funzionari e Ministri che hanno preparato la Missione Prodi in India) possano essere rimasti così indifferenti alle notizie degli scontri, benché fossero sotto gli occhi di tutti.
Mai più lo sviluppo industriale riuscirà a imporsi nel nostro paese a spese dello sviluppo agricolo raggiunto dai nostri contadini nell’arco di anni di costante sforzo! Come può un Governo italiano che si definisce di Centro-Sinistra, ritenersi “Partner” di un simile progetto di distruzione, di una simile “produzione” (invece che diminuzione) di povertà? E’ questo il “partneriato economico” che l’Europa, l’Italia hanno in mente?
Mi appello a voi e al vostro Parlamento affinché il conflitto sociale esploso nelle aree di Singur riceva d’ora in poi la massima considerazione, a maggior ragione dopo che la stessa Alta Corte di Kolkata ha recentemente rilevato l’illegalità di quelle requisizioni; nonché le condizioni di assoluta convenienza offerte a TATA Motors, a fronte delle perdite sofferte da un’intera collettività. A nome di tutti coloro che stanno soffrendo per l’iniquità di quelle requisizioni, mi auguro di udire almeno UNA voce di protesta, proveniente dall’Italia, contro questa volgare ingiustizia che si sta perpetuando a spese del nostro settore agricolo e delle comunità rurali, in Bengala occidentale e altrove."

FIM-FIOM-UILM (Torino)

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4) Testo Lettera Aperta agli Azionisti Fiat (24 gennaio 2008)

Oggi siede fra Voi, componente importante del Consiglio di Amministrazione della vostra azienda, Ratan Tata. Amministratore delegato di TATA Motors, il più importante partner industriale e commerciale del Gruppo FIAT.
Al recente Motor Show di new Delhi il gruppo TATA MOTORS ha lanciato l’auto low cost, una vetturetta che nei disegni di Ratam TATA dovrebbe mettere al volante per la prima volta milioni di indiani.

Ma la vetturetta da 2000 Euro già gronda sangue

Infatti come per molti altri investimenti industriali si ripete il solito rituale: migliaia di cittadini poveri (dalit, adivasi, contadini poveri) vengono espropriati della terra e di risorse essenziali per la propria sopravvivenza nella ricerca di profitto in produzioni che soddisfano i consumi di una minoranza della popolazione.
Il governo del Bengala Occidentale ha avviato l’esproprio di 20.000 acri di terra fertile, contro il volere e gli interessi della popolazione. I contadini espropriati si sono opposti alla requisizione forzata ma il governo ha risposto scagliando loro contro la polizia, i bastoni, le ruspe, il suo esercito, le sue squadracce che si sono rese responsabili di brutali assassini e sopraffazioni.
Per i villaggi di Singur l’esproprio delle terre per fare spazio agli stabilimenti destinati alla “utilitaria più economica del mondo” sono ormai una realtà; si è costruito un recinto ma continuamente nascono situazioni di scontro.
FIAT grazie agli accordi commerciali e di investimento esistenti con TATA MOTORS, si rende moralmente corresponsabile di quello che sta succedendo a Singur.

È scandaloso il totale blackout mediatico nel nostro paese su queste tragedie.
È scandaloso l’atteggiamento FIAT che si limita a definire la situzione “di competenza dell’autorità indiana locale” e se ne lava le mani, smentendo gli impegni di Responsabilità Sociale ed Ambientale ufficialmente presi con la propria comunità di azionisti, utenti e lavoratori.

Pertanto, raccogliendo l’appello dell’attivista Medha Patkar che è stata di recente tra noi, dell’attivista Anuradha Talwar, delle scrittrici Mahasveta Devi e Arundhati Roy, delle tante donne e uomini che hanno denunciato con forza l’insostenibilità del “modello di sviluppo” del Governo del Bengala Occidentale, e richiamandoci agli stessi impegni espressi nel codice di Responsabilità Sociale della Vostra azienda, vi chiediamo di esigere che l'azienda rispetti i diritti umani fondamentali negli investimenti diretti e in quelli attuati in sinergia con gli investitori stranieri.
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