Ieri a Delhi affollata conferenza stampa al Press Club di Rasina Road. Tra i relatori e testimoni dei fatti che hanno infiammato le campagne del Bengala occidentale nei giorni e settimane scorsi, di nuovo Medha Patkar che ha parlato di "uno stato che ha dichiarato guerra alla sua gente". E a seguito dell'aperta condanna da parte dell'Alta Corte di Kolkata, circa l'operato, le omissioni e le responsabilità che hanno sinistramente caratterizzato il CPI-M e il suo stesso Chief Minister Bhuddadeb Battacharjee nel bagno di sangue che tutta la stampa ha riportato, la questione-Nandigram è stata all'ordine del giorno anche della burrascosa seduta al Parlamento Indiano di oggi.
Sulla stampa italiana permane il più totale silenzio... In compenso sta crescendo la documentazione, anche per immagini, in formato CD, video-amatoriale, non importa...
Da non perdere domani pomeriggio, 22 Novembre, dalle 15,30 in poi, all’interno della rassegna
“Incontri con il Cinema Asiatico” (17-25 Novembre 2007)
IL CASO DEL WEST BENGALA
Al Cinema Nuovo Olimpia, Via in Lucina 16/G – Roma
La più completa documentazione al momento disponibile circa il drammatico scontro sociale in corso da oltre un anno nel Bengala occidentale. Il contesto, le forze in campo, le nostre responsabilità, le incredibili omissioni: tutto quello che avremmo dovuto sapere e che non ci hanno detto – e perchè…
Verranno proiettati
15.30
Whose land is it anyway?
(A chi appartiene questa terra? di Ladly Mukhopadhaya, India, 2006, 40’)
Non cederemo nè ora nè mai
(work in progress, di Danilo Licciardello, Italia, 2007, 30’) alla presenza del regista
17.30
Calcutta my love (di Goutam Ghose, India, 2007, 165’)
Introduce Daniela Bezzi
mercoledì 21 novembre 2007
sabato 17 novembre 2007
In diretta da Kolkata
Clicca questo link per seguire da lontano la grande manifestazione di protesta del 14 novembre. Circa 100 mila le persone in piazza, fra essi moltissimi intellettuali, opinionisti, scrittori, uomini di spettacolo - e naturalmente studenti, cittadini, gente comune. Per protestare contro l'inaudita violenza esercitata dalle squadracce del CPI (M) contro gli abitanti di Nandigram.
Dove purtroppo la situazione sta ora evolvendo nel tipico ping pong delle responsabilità, ad uso di questo o quel schieramento politico, ma senza alcuna reale volontà di affrontare le ragioni che hanno fatto degenerare la situazione, già critica da mesi, fino a questo punto.
http://picasaweb.google.com/nagarikmancha/Mahaamichhil14Nov2007?authkey=HME1-6Sv27A
Dove purtroppo la situazione sta ora evolvendo nel tipico ping pong delle responsabilità, ad uso di questo o quel schieramento politico, ma senza alcuna reale volontà di affrontare le ragioni che hanno fatto degenerare la situazione, già critica da mesi, fino a questo punto.
http://picasaweb.google.com/nagarikmancha/Mahaamichhil14Nov2007?authkey=HME1-6Sv27A
giovedì 15 novembre 2007
Da Kolkata la voce di Mahasveta Devi
Oggi è il 15 Novembre 2007. Ieri a Kolkata quasi 100 mila persone hanno marciato per le strade per ricordare quanto è successo a Nandigram. Il loro slogan era “Tomar nam, amar nam, Nandigram, Nandigram”. Il tuo nome, il mio nome, Nandigram, Nandigram. Nandigram è un luogo nel distretto orientale di Midnapore, nel Bengala occidentala. Il Ministro del Bengala Buddhadeb Bhattacharjee è passato dalla parte delle grandi multinazionali e ha cominciato a requisire terra agricola in Bengala occidentale in nome dell’industrializzazione. Singur nella regione dell’Hoogly è finito nel paniere dei Tata. Nandigram era destinato a diventare un’immensa raffineria chimica per Salim Groupp. Laskshman Seth, a capo dell’Authority per lo Sviluppo Metropolitano di Haldia, ha notificato il destino di Nandigram nel Dicembre del 2006. Questa notifica – che fino ad ora non è stata ufficialmente ritirata dal Governo del West Bengala – è stata la causa dei massacri di Nandigram in Gennaio e poi in Marzo 2007.
In Nandigram sono stati uccisi uomini, donne e bambini – e le morti non sono finite. Sono state struprate delle donne, e non c’è stata alcuna parola di rammarico da parte del Governo. D’altra parte, i quadri del CPI (M) e i loro killers – reclutati dai distretti vicini, dal Jharkhand e da altre parti – è gente che uccide con impressionante regolarità. Una volta tanto Hindu e Mussulmani si trovano a confrontare e a combattere un nemico comune. Le forze del CPI(M) sono alla fine riuscite ad entrare in Nandigram. Centinaia di case sono state demolite: riso, indumenti, utensili sono stati saccheggiati; canali e altre riserve di acqua sono stati avvelenati. E molte donne sono state stuprate. Lo stupro è una tipica tattica del CPI (M).
Ieri, la gente che marciava per le strade di Kolkata indossava delle bandane nere. Raramente ho visto una processione tanto solenne. La presenza delle generazioni più giovani era particolarmente impressionante. I nostri migliori scrittori, pittori, cantanti, attivisti culturali, gente di teatro, di cinema ed altri media erano con loro. La cosa più impressionante è stata la grande assemblea di gente normale. Essi sono l’essenza di Kolkata. Abbiamo fatto una grande colletta.
Sono stata immensamente orgogliosa di Kolkata.
Oggi, il governo ha organizzato un’altra dimostrazione per rispondere alla nostra di ieri. Il mio piccolo appartamento è pieno di riso, indument e coperte. Dei volontari si sono occupati di trasportarli a Nandigram su dei camion. Il cielo è nero. Le previsioni del tempo dicono che c’è un ciclone nell’aria. Nandigram ha bisogno di teli di plastica, coperte e riso. Nandigram ha bisogno di dottori infaticabili, di gente che sia disposta a dare una mano, soprattutto giovani in grado di mostrarci che è possibile servire la gente. E questo è tutto, per il momento.
(dall’Hindustan Times, 15.11.2007)
In Nandigram sono stati uccisi uomini, donne e bambini – e le morti non sono finite. Sono state struprate delle donne, e non c’è stata alcuna parola di rammarico da parte del Governo. D’altra parte, i quadri del CPI (M) e i loro killers – reclutati dai distretti vicini, dal Jharkhand e da altre parti – è gente che uccide con impressionante regolarità. Una volta tanto Hindu e Mussulmani si trovano a confrontare e a combattere un nemico comune. Le forze del CPI(M) sono alla fine riuscite ad entrare in Nandigram. Centinaia di case sono state demolite: riso, indumenti, utensili sono stati saccheggiati; canali e altre riserve di acqua sono stati avvelenati. E molte donne sono state stuprate. Lo stupro è una tipica tattica del CPI (M).
Ieri, la gente che marciava per le strade di Kolkata indossava delle bandane nere. Raramente ho visto una processione tanto solenne. La presenza delle generazioni più giovani era particolarmente impressionante. I nostri migliori scrittori, pittori, cantanti, attivisti culturali, gente di teatro, di cinema ed altri media erano con loro. La cosa più impressionante è stata la grande assemblea di gente normale. Essi sono l’essenza di Kolkata. Abbiamo fatto una grande colletta.
Sono stata immensamente orgogliosa di Kolkata.
Oggi, il governo ha organizzato un’altra dimostrazione per rispondere alla nostra di ieri. Il mio piccolo appartamento è pieno di riso, indument e coperte. Dei volontari si sono occupati di trasportarli a Nandigram su dei camion. Il cielo è nero. Le previsioni del tempo dicono che c’è un ciclone nell’aria. Nandigram ha bisogno di teli di plastica, coperte e riso. Nandigram ha bisogno di dottori infaticabili, di gente che sia disposta a dare una mano, soprattutto giovani in grado di mostrarci che è possibile servire la gente. E questo è tutto, per il momento.
(dall’Hindustan Times, 15.11.2007)
mercoledì 14 novembre 2007
A Kolkata è marciata oggi la protesta
14 novembre 2007
Imponente manifestazione oggi per protestare contro il recente bagno di sangue di Nandigram. Stamattina erano migliaia che marciavano per le strade di Kolkata. Il corteo è partito dal nord della città e ha raggiunto dopo ore il centro. In prima fila gli attivisti, intellettuali, artisti, personaggi dello spettacolo che già nei giorni scorsi si erano distinti per la loro netta condanna nei confronti dello stile da far west che ha contrassegnato per tutto quest’anno le politiche neo-liberiste di Buddhadeb Bhattacharjee: prima con la requisizione autoritaria delle terre di Singur (giustificate con il Land Acquisition Act che in epoca coloniale introdusse in India la pratica delle requisizioni con motivazioni di ‘public purpose’ ovvero ‘pubblico interesse; e che invece sono state assegnate alla privatissima Tata Motors per la produzione della famosa “low cost car”); e dal gennaio fino ad ora con l’annunciato insediamento petrolchimico Salim a Nandigram, che avrebbe richiesto ben 22 mila acri di terra, nell’ambito del più ampio piano di sviluppo industriale in tutta l’India noto (e dibattuto) come SEZ, ovvero Zone Economiche Speciali.
Tra i tanti messaggi di solidarietà anche quello di Noam Chomsky che via Email ha fatto sapere ai dimostranti “Sto seguendo la situazione con crescente preoccupazione…” I registi Mrinal Sen, Goutam Ghosh, Rituparna Ghosh, Aparna Sen, i pittori Jogen Chowdhury e Shuvoprasanna, il poeta Joy Goswami, le personalità di teatro Bibash Chakraborty, Saonli Mitra, Kaushik Sen insieme a Medha Patkar e numerosi altri attivisti sociali marciavano alla testa del corteo. Tra le varie iniziativa lanciate, quella molto concreta di organzzare una raccolta di indumenti, utensili, denaro, in favore di coloro che a migliaia sono rimasti senza casa a Nandigram. Capofila dell’iniziativa e punto di raccolta: la casa della scrittrice Mahasveta Devi, sempre prima linea nonostante ormai anziana e non tanto in salute.
Mentre dunque cresce a Kolkata e in tutta l’India la solidarietà per le vittime dell’odiosa guerra per bande per la “riconquista di Nandigram” permessa ed anzi (per sua stessa ammissione) incoraggiata dal vertice del CPI (M) Bhuddadeb, Bhattacharjee, da quelle zone che sono rimaste inacessibili per giorni mentre erano in corso gli abusi, le distruzioni, il saccheggio cominciano ad arrivare le testimonianze dell’orrore. Satengabari, Ranichak, Iyakhali, Bribdabanchak, Jambari, Gokulnagar, uno dopo l’altro i villaggi di Nandigram sono stati “riconquistati” con violenza dalle squadracce del CPI (M). Solo nei prossimi giorni sarà possibile fare un bilancio preciso dei morti e feriti, o riferire circa la dinamica degli scontri o la responsabilità maggiore delle violenze. Quel che è già certo è che molte abitazioni sono state date alle fiamme, molte donne denunciano stupri e abusi, migliaia sono I senza-tetto che affollano gli improvvisati ricoveri, gli ospedali traboccano di corpi martoriati e malamente curati – e la cosa più inquietante di tutte è che lo stato di “inspiegabile” passività mostrata in tutti questi giorni da parte delle varie autorità, ufficiali di servizio, forze di polizia che a vario titolo avrebbero dovuto impedire o almeno mitigare le violenze, è stato “spiegato” con molta chiarezza dallo stesso Buddhadeb Bhattacharjee proprio oggi. Chiarendo che parlava come leader del suo Partito il PCI (M) e non come Ministro del West Bengala, il “Bhudda Rosso” ha reiterato che coloro che ritenevano di poter controllare Nandigram e che negli scorsi mesi ne avevano impedito lo sviluppo industriale, sono stati “giustamente puniti con la stessa moneta”.
L’antica, barbarica morale dell’“Occhio per occhio”: questa la linea dell’innovatore Bhattacharjee. Lo stesso Bhattacharjee con cui il Governo Prodi si è detto felicissimo di firmare ben 12 Protocolli di cosiddetto “partenariato” a conclusione della Missione di Febbraio 2007 – mentre già infuriavano da tempo gli scontri nelle campagne, solo a qualche decina di km fuori Kolkata.
Imponente manifestazione oggi per protestare contro il recente bagno di sangue di Nandigram. Stamattina erano migliaia che marciavano per le strade di Kolkata. Il corteo è partito dal nord della città e ha raggiunto dopo ore il centro. In prima fila gli attivisti, intellettuali, artisti, personaggi dello spettacolo che già nei giorni scorsi si erano distinti per la loro netta condanna nei confronti dello stile da far west che ha contrassegnato per tutto quest’anno le politiche neo-liberiste di Buddhadeb Bhattacharjee: prima con la requisizione autoritaria delle terre di Singur (giustificate con il Land Acquisition Act che in epoca coloniale introdusse in India la pratica delle requisizioni con motivazioni di ‘public purpose’ ovvero ‘pubblico interesse; e che invece sono state assegnate alla privatissima Tata Motors per la produzione della famosa “low cost car”); e dal gennaio fino ad ora con l’annunciato insediamento petrolchimico Salim a Nandigram, che avrebbe richiesto ben 22 mila acri di terra, nell’ambito del più ampio piano di sviluppo industriale in tutta l’India noto (e dibattuto) come SEZ, ovvero Zone Economiche Speciali.
Tra i tanti messaggi di solidarietà anche quello di Noam Chomsky che via Email ha fatto sapere ai dimostranti “Sto seguendo la situazione con crescente preoccupazione…” I registi Mrinal Sen, Goutam Ghosh, Rituparna Ghosh, Aparna Sen, i pittori Jogen Chowdhury e Shuvoprasanna, il poeta Joy Goswami, le personalità di teatro Bibash Chakraborty, Saonli Mitra, Kaushik Sen insieme a Medha Patkar e numerosi altri attivisti sociali marciavano alla testa del corteo. Tra le varie iniziativa lanciate, quella molto concreta di organzzare una raccolta di indumenti, utensili, denaro, in favore di coloro che a migliaia sono rimasti senza casa a Nandigram. Capofila dell’iniziativa e punto di raccolta: la casa della scrittrice Mahasveta Devi, sempre prima linea nonostante ormai anziana e non tanto in salute.
Mentre dunque cresce a Kolkata e in tutta l’India la solidarietà per le vittime dell’odiosa guerra per bande per la “riconquista di Nandigram” permessa ed anzi (per sua stessa ammissione) incoraggiata dal vertice del CPI (M) Bhuddadeb, Bhattacharjee, da quelle zone che sono rimaste inacessibili per giorni mentre erano in corso gli abusi, le distruzioni, il saccheggio cominciano ad arrivare le testimonianze dell’orrore. Satengabari, Ranichak, Iyakhali, Bribdabanchak, Jambari, Gokulnagar, uno dopo l’altro i villaggi di Nandigram sono stati “riconquistati” con violenza dalle squadracce del CPI (M). Solo nei prossimi giorni sarà possibile fare un bilancio preciso dei morti e feriti, o riferire circa la dinamica degli scontri o la responsabilità maggiore delle violenze. Quel che è già certo è che molte abitazioni sono state date alle fiamme, molte donne denunciano stupri e abusi, migliaia sono I senza-tetto che affollano gli improvvisati ricoveri, gli ospedali traboccano di corpi martoriati e malamente curati – e la cosa più inquietante di tutte è che lo stato di “inspiegabile” passività mostrata in tutti questi giorni da parte delle varie autorità, ufficiali di servizio, forze di polizia che a vario titolo avrebbero dovuto impedire o almeno mitigare le violenze, è stato “spiegato” con molta chiarezza dallo stesso Buddhadeb Bhattacharjee proprio oggi. Chiarendo che parlava come leader del suo Partito il PCI (M) e non come Ministro del West Bengala, il “Bhudda Rosso” ha reiterato che coloro che ritenevano di poter controllare Nandigram e che negli scorsi mesi ne avevano impedito lo sviluppo industriale, sono stati “giustamente puniti con la stessa moneta”.
L’antica, barbarica morale dell’“Occhio per occhio”: questa la linea dell’innovatore Bhattacharjee. Lo stesso Bhattacharjee con cui il Governo Prodi si è detto felicissimo di firmare ben 12 Protocolli di cosiddetto “partenariato” a conclusione della Missione di Febbraio 2007 – mentre già infuriavano da tempo gli scontri nelle campagne, solo a qualche decina di km fuori Kolkata.
lunedì 12 novembre 2007
Bandh indiano
Chi non ha mai vissuto un Bandh indiano non può immaginare la lunare stranezza di città, strade, incroci di semaforo, villaggi normalmente congestionati – e improvvisamente deserti. Di botteghe, officine, venditori ambulanti normalmente “aperti” e affollati fino a tarda notte e che invece, tutti, nessuno escluso, decidono la serrata. Un Bandh indiano è qualcosa di più che uno sciopero, di categoria o “generale”. E’ un intero territorio che per un certo numero di ore, compattamente, si ferma. Anche quando la maggioranza dei coinvolti non rientra in alcuna categoria di lavoro “contrattualizzato”.
Quanto durerà il Bandh di protesta dichiarato oggi a Kolkata per sottolineare la gravità dei fatti di sangue accaduti nei giorni scorsi, non si sa. Forse solo 24 ore, come chiesto dai Partiti dello schieramento istituzionale (Congresso e CPI-M stranamente uniti nella richiesta). O forse 48 ore, come invece richiesto dal BJP in tandem con il Centro di Unità Socialista. O forse per un periodo “indefinito” – come vorrebbe la leader del Trinamool Congress Mamata Benerjee … Si capirà nelle prossime ore, per il momento la notizia da Kolkata è di “serrata totale”. Dalla Nandigram invece le brutte notizie continuano ad arrivare.
In questo post:
1) ultimo Comunicato/Testimonianza di Medha Patkar: “Nandigram continua ad essere campo di battaglia” (traduzione non letterale precede il testo integrale inglese)
2) ultima dichiarazione del Governatore del West Bengala G.K.Gandhi, ammirevole per robustezza e significativamente intitolata “Non ne possiamo più”
***
1) Da Medha Patkar, Kolkata - 12 Novembre 2007
NANDIGRAM CONTINUA AD ESSERE UN CAMPO DI BATTAGLIA
(traduzione non letterale)
Nandigram campo di battaglia benchè l’unico fronte realmemente armato continui ad essere quello delle squadracce travestite o inviate dal CPI (M) dotate di fucili SLR o AK-47, INSAS che usano ad altezza d’uomo, senza alcun intervento da perte delle forze dell’ordine in difesa delle popolazioni. Il comunicato riporta poi la notizia (provenienti via Sms da testimoni oculari all’interno dei villaggi) che I territori (moujas) che erano stati designati per il famoso progetto petrolchimico SALIM sono ora stati evaquati, completamente disabitati. Migliaia di ‘villagers’ sono stati costretti a scappare e si trovano rifugiati nei campi predisposti dal CPI (M) o usati come scudi umani (!!!) negli attacchi che questi continuamente sostengono con gli oppositori. “Si tratta qui non di detenzione di polizia” sottolinea il comunicato “ma di deportazione di massa”.
Si riepilogano poi i recenti fatti: l’attacco peggiore è stato il 10 Nov quando I quadri armati del CPI (M) hanno attaccato due diverse dimostrazioni di protesta nell’area di Nandigram. Ancora incerto il numero dei feriti trovandosi molti corpi ancora abbandonati nelle risaie, alcuni di essi forse già seppelliti o trafugati – ma potrebbero essere parecchie decine, forse oltre il centinaio. In ogni caso una stima precisa sara’ possibile solo quando sara’ di nuovo possibile visitare la zona, tagliata fuori da tutto ormai da giorni. Di sicuro sono state distrutte e incendiate molte abitazioni e molti sarebbero i casi di violenza corporea e stupro ad opera dei delinquenti che scorazzano nella zona sulle loro motociclette, ormai padroni dell’area “come per una missione di medioevale conquista, in cui ogni episodio di disumano e barbarico assalto contro la popolazione inerme di Nandigram, viene salutato come una vittoria nella ricattura di un regno che si considerava perduto!” Parecchi feriti sono stati ricoverati in ospedale: alcuni in quello di Tamluk, vicino a Nandigram; altri sono stati portati in quello di Kolkata. Ma si lamenta la penuria di medicamenti, dottori e soprattutto l’impossibilità di portare immediate soccorso all’interno dei villaggi. Tutto ciò è particolarmente inaccettabile nei fatti di sangue degli ultimi giorni a Nandigram. Persino il corpo di 1000 poliziotti armati che erano stati inviati ieri per ristabilire l’ordine sarebbe stato respinto dalle squadracce del CPI (M). Il comunicato informa poi circa lo sciopero della fame di due giorni sostenuto da ben 25 persone a Kolkata ed elenca tutte le organizzazioni e gli individui che l’hanno sostenuto. Fra essi anche Radharani Aarhi (una donna che ha subito uno stupro di gruppo qualche tempo fa a Nandigram) e il comitato Matangini Mahila Samiti da Singur. Infine il bilancio della colletta: 60 mila rupie (oltre 1000 Euri). Citati anche tutti gli intellettuali, artisti, uomini di spettacolo che hanno boicottato per protesta il Film Festival di Kolkata – ma denunciato anche il fatto che la polizia li ha attaccati mentre era in corso la manifestazione di protesta e che alcuni di loro sono stati arrestati.
Il Comunicato si conclude riferendo circa il positivo incontro con il Governatore del West Bengala G.K.Gandhi, la cui robusta dichiarazione conclude anche questo post.
(stesso Comunicato in inglese)
Nandigram continues to be a battle zone, though the battle is a one-sided one, where CPI (M) goondas and criminals fight with sophisticated arms like SLR's, AK-47's, INSAS Rifles against the unarmed common people of the region. People are being slaughtered everyday with police and administration backing and all the while that the CPI (M) goons carry out their Clean Nandigram operation, the police remain silent and inactive spectators. Shame on this government and administration that does not even have a word of regret to hide their blatant Genocide or even express an iota of sympathy for so many massacred people.
We have received news from various sources inside the villages that the territories (moujas) that were to be occupied for the chemical hub are now lying empty, deserted of all its inhabitants. Thousands of villagers have been compelled to flee from their houses due to such incessant attacks by CPI (M) criminals. They are now living in camps in the core Nandigram area, while some have been picked up and forcibly compelled to join the CPI (M) camps, where they are being used as human shields, during the daily attacks on the villagers by the CPI (M) criminals. This is not a police arrest but a mass abduction
being carried out by armed CPI (M) cadres.
The worst attack was on the 10th of Nov '07, when CPI (M) led criminals hiding in fields and bunkers fired upon two unarmed rallies of 20 000 and 30 000 people respectively in two areas of Nandigram. Many people are feared to have been killed – the total number is not yet known exactly as many bodies are still supposed to be lying in the paddy fields. It is supposed to be ranging from a 100 to about 150 (and very wrongly reported by national and regional dailies and AIR). We can know the final tally, only if everyone including the media is allowed to enter the region, which until today lies barricaded off from the media and common people. No relief is being provided to these displaced people, neither is anyone being allowed to enter the region, by lathi-weilding and armed CPI (M) cadres and criminals. They have burned down hundreds of houses in every village to ashes, demolished hundreds of villages where the silence of the cemetery reigns today as gun toting CPI (M) cadres on motorbikes make their daily rounds of firing and bombing. They are reported to have perpetrated certain cases of rape and molestation even.
The CPI (M) cadres are now compelling the abducted villagers to accept their control and acquisitions. All these news confirmed by the Bengali media and most dailies seem to be as if the CPI (M) is on a medieval conquering mission and with each chapter of inhuman barbaric assault upon the unarmed common populace of Nandigram, they hail their victory of recapturing lost kingdoms! Many of the injured are in the Nandigram hospital; some in Tamluk hospital; some have been shifted to the Kolkata SSKM hospital. There is e severe dearth of doctors and medicines for treatment of bullet injuries as medical supplies are also not being allowed to reach the hospitals with the approach roads being barricaded by the armed CPI (M) hoodlums. Even the CRPF that reached yesterday was not allowed to enter the region by the armed CPI (M) criminals. It seems likely that they too are to work in alliance with and under the control of the State Government.
While in Kolkata we have organized a very successful Two-day token Fast and Dharna programme in alliance with various fraternal organizations like PASCHIM BANGA KRISHAK & KHET MAZDOOR SANGATHAN, HAWKERS SANGRAM SAMITI, NAPM ACTIVISTS, FORUM OF ARTISTS, CULTURAL ACTIVISTS & INTELLECTUALS, JANATA DAL (SECULAR), SUCI, and many individuals from Nandigram (Radharani Aarhi- a gang rape victim of Nandigram) MATANGINI MAHILA SAMITI from Singur and intelligentsia of Kolkata and Bengal. 25 people fasted for 2 days. Relief materials were collected and almost Rs. 60 000 collected in these two days. Many eminent artistes and famous personalities of Bengal came to our Dharna Manch to express their solidarity with us –Film Directors- Aparna Sen, Rituparno Ghosh; Poet-Litterateur- Tarun Sanyal, Joy Goswami; Actors-.Singers- Anjan Dutta, Bibhas Chakraborty, Artists- Suvaprassanna, Shipra Bhattacharya; RSP MLA- Manojit Bhattacharya, Geeta Sengupta (presently in the Left Front in power) to name a few. Many eminent film personalities withdrew from the ongoing Kolkata International Film Festival in protest against the Nandigram killings. Some refused their awards and posts even. The Forum of Artistes, Cultural Activists & Intellectuals, organized a rally from here but it was intercepted by the police and stopped at two places. Later they held a demonstration by singing songs that again was attacked by the police in spite of the presence of eminent personalities and some were even man-handled by the police. 41 of the artists were imprisoned
under Sec.151 same as the arrests made in Madhya Pradesh during the Narmada Bachao Andolan.
Jointly, with all the fraternal participating organizations, we have met the Governor and submitted a Memorandum of demands for immediate stopping of these barbaric assaults on the people of Nandigram. Similarly we have written to the
Union Home Minister. But our repeated attempts to meet the Chief Minister have all been washed down the drain, as he has not even responded.
Today we are proceeding to Nandigram with all the collected relief materials and have informed and written to the D.G. of Police for protection. Let us see how far we can proceed.
Medha Patkar
***
2) leggi nel link la dichiarazione ontegrale del Governatore del West Bengala G.K.Gandhi ammirevole per robustezza e significativamente intitolata “Non ne possiamo più”
http://us.rediff.com/news/2007/nov/10guest.htm
(traduzione)
10, Novembre – La fervida partecipazione del Diwali è stata umiliata nell’intero stato (del West Bengala) dagli eventi di Nandigram, dove numerosi villaggi versano in condizioni che variano tra la più inimmaginabile disperazione e il panico. Non possiamo negare che un numero inquantificabile di individui armati si siano infiltrati dalle aree esterne del distretto, e che abbiano ora il controllo dei Blocchi I e II di Nandigram. Sono migliaia le persone che sono state costrette ad abbandonare i villaggi di Daudpur, Amgachi, Jambani, Simulkundu, Brindabanchak, Tekhali, Nainan, Kanongochak, Takapare, Sarengabari, Ranichak, Kamalpur e Keyakhali.
Anche ora che sono le 4 del pomeriggio di oggi (9 Nov) continuo a ricevere telefonate da persone che ritengo affidabili e che da Nandigram denunciano il crescente numero di abitazioni date alle fiamme. Moltissimi coloro che hanno trovato rifugio nelle scuole locali di Nandigram, senza cibo e senza alcuna personale protezione.
Nel momento in cui scrivo la descrizione più accurata per la situazione di Nandigram è quella usata dal nostro Ministro degli Interni: che usa il termine “war zone”, “zona di guerra”. Nessun Governo o Società può ammettere che un suo territorio si trasformi in “war zone” senza immediate ed efficaci misure di intervento.
Sono totalmente consapevole del fatto che, qualche tempo fa, le popolazioni di alcuni villaggi ritenuti simpatizzanti del Partito al Governo in questo stato sono stati obbligati ad abbandonare i loro villaggi e a cercare rifugio in località Khejuri (Ndr – si allude qui al dissidio che da mesi ha diviso la popolazione di Nandigram tra quanti erano favorevoli alla dismissione delle terre e quanti si opponevano, dissidio che, come si capisce dal seguente capoverso, la maggioranza dei contadini “contro” ha probabilmente cavalcato con la forza anche dei militanti “naxaliti”…) Sono anche consapevole delle preoccupazioni che riguardano la crescente (e difficilmente quantificabile) presenza di Maoisti nell’area.
Coloro che sono stati costretti a scappare da Khejuri devono poter tornare alle loro case in condizioni di totale fiducia e dignità. E nessuna concessione dovrebbe essere permessa al culto della violenza associata con i maoisti. Ma il modo in cui Nandigram è stata “riespugnata” è totalmente illegale e inaccettabile. Trovo ugualmente inaccettabile che il potere delle armi abbia reso possibile l’ingresso a Nandigram da parte di una fazione, mentre esso è stato impedito con la violenza a personalità sia politiche che non politiche che intendevano portare soccorso ai senza tetto. Il trattamento riservato a personalità del profilo di Medha Patkar e ad altri suoi colleghi l’altra sera, va contro ogni norma di civile e politica condotta.
Un gruppo di Deputati ed un membro del CPI-M sono venuti da me stamattina sollecitando di “usare i miei buoni uffici per il processo di pace in Nandigram”. Pace è ciò di cui abbiamo bisogno a Nandigram. Perchè quella pace possa realizzarsi, ho detto loro, è necessario che vengano prese efficaci misure contro coloro che sono stati responsabili delle azioni criminose il 14 Marzo scorso.
La popolazione allerta e viva del Bengala occidentale ha il diritto di sapere che in seguito allo scambio di opinioni che io ho avuto con leaders politici quali Mamata Banerjee e Partha Chatterjee (Leaders dell’Oppositione), Pradip Bhattacharya, Manas Bhuiyan e altro personalità non politiche, sono stato in comunicazione regolare anche con Buddhadeb Bhattacharjee e ho chiesto al Governo di questo Stato di prendere le seguenti misure immediate:
(i) immediato ritiro di coloro che hanno fatto irruzione a Nandigram
(ii) soccorsi urgenti agli sfollati di Nandigram
(iii) massima assistenza perchè possano fare ritorno alle loro case.
Ho inoltre chiesto all’amministrazione di rimuovere I blocchi recentemente posizionati ai vari punti di accesso alla zona, e in particolare sulle vie d’accesso:
1. Chandpur-Rai Para-Phulni More-Khadinbari-Nadia
2. Nandakumar-Kapaseria-ferry (che collega con Nandigram)
3. Heria-Nandigram
4. Potashpur-Nandigram
In modo di porre termine all’isolamente di Nandigram dal resto dello Stato.
Ho anche chiarito che se queste misure non saranno prese nelle prossime ore, e fino a che non si porrà fine a questa situazione di “cattura e ricattura”, non potrà cominciare alcun dialogo nei termini sollecitati ieri notte dal Segretario del Partito e ciò impedirà al processo di pace di avere seguito. I negoziati di pace devono ricominciare al più presto e nonostante sia (forse) ormai troppo tardi, condivido il pragmatico ottimismo espresso dal nostro più anziano statista, Jyoti Basu.
Lasciatemi perciò concludere dicendo: Ne abbiamo abbastanza. Pace e sicurezza devono essere restaurate al più presto, senza altro indugio, dalla zona degli sfollamenti di Nandigram.
domenica 11 novembre 2007
Week end di sangue a Nandigram …
Domenica, 11 Novembre)
Ci eravamo ripromessi un aggiornamento quotidiano circa quel teatro di guerra che ormai da un anno è diventato il Bengala occidentale – e ci scusiamo per non essere riusciti a mantenere l’impegno nel corso di quest’ultimo week end che è stato particolarmente sanguinoso. La ridda delle notizie, l’accavallarsi dei messaggi, l’impossibilità di verificare i bilanci dei morti e dei feriti, e più ancora dei dispersi - non si capisce se “alla macchia” oppure “rifugiati” (ma da dove? sotto la “protezione” di chi?) oppure, come è stato scritto “rapiti”, o forse presi “in ostaggio” (ma da chi e contro chi…) - è sufficiente a suggerire un quadro di totale inaccettabilità sotto il profilo dei più elementari diritti umani. La sola cosa che sappiamo per certo è che Nandigram è letteralmente tagliata fuori da giorni da qualsiasi possibilità di osservazione e contatto. Non parliamo dei soccorsi: medici, legali, di immediato intervento. Non parliamo di diritto all’informazione… Medha Patkar è stata come sappiamo aggredita verbalmente e fisicamente giovedì mattina proprio perchè tentava di raggiungere l’area di Nandigram, che da giorni era teatro di aspri scontri. Ed è stata costretta a riparare a Kolkata. In merito a questo episodio la FIOM ha inviato all’Ambasciata Indiana indiana un messaggio di protesta che qui sotto diffondiamo (Testo N. X). Anche Angelo Bonelli, Presidente dei Verdi alla Camera dei deputati ha inviato un’Interrogazione Parlamentare al Ministro degli Esteri D’Alema (vedi Testo N. XX).
Medha Patkar è stata in sciopero della fame per l’intero week end la sua forzata impossibilità di uscire dalla città che proprio ieri, 10 ottobre. avrebbe dovuto inaugurare l’annuale Film Festival (evento di grande rilievo per la vita culturale di Kolkata) ha avuto il non indifferente merito di catalizzare la solidarietà di un buon numero di intellettuali, registi, attori, attrici – che per protesta hanno boicottato la manifestazione e si sono uniti a lei nello sforzo di “pubblica contro-informazione” che sulla scorta dei dispacci e degli SMS che arrivavano da Nandigram, è continuato per tutto il week end all’Esplanade. Qualche nome fra i più noti anche al pubblico italiano: i registi Aparna Sen e Rituporno Gosh, la scrittrice Mahasveta Devi… E sulla “scena di Kolkata” riportiamo qualche stralcio dal rapporto inviatoci da Paolo Manzone, che proprio sabato mattina si era recato in visita a Mahasveta Devi.
Ed ora che, mentre chiudo queste note, è il tardo pomeriggio di domenica e per l’India è ormai notte, possiamo provare a pubblicare almeno l’essenziale in sequenza. Senz’altro commento che quello amarissimo rilasciato dalla voce tonante di Medha Patkar mentre all’Esplanade di Kolkata diramava tra un dispaccio e l’altro la denuncia di Amnesty International: “È stato il Diwali più buio e nero nella recente storia dell’India”.
Intensifichiamo quindi i messaggi di protesta ai vari indirizzi che abbiamo gia' segnalato qualche giorno fa (Giovedi’ 8 Novembre). Continuiamo a raccogliere firme agli appelli che vorremo spontaneamente attivare e diffondere (ci preoccuperemo dopo di capire come mettere insieme le liste e farle arrivare a destinazione). Perchè questo è per l’India un momento molto grave. Reso oltretutto più “invisibile” (del solito) dal fatto che da quell’area lì i nostri media, già solitamente molto distratti, riescono a vedere (se ci riescono) solo l’emergenza-Pakistan.
Per saperne di più:
digita la voce Nandigram su Google News, nella versione inglese (NON quella italiana).
Menù Documenti qui allegati:
1) Update/Appeal del NAPM (National Alliance of People Movement, 10 Nov.)
2) Dichiarazione del Governatore del Bengala Occidentale Gopalkrishna Gandhi (9 Nov.)
3) Testimonianza di Paolo e Elisabetta (10 e 11 Nov.)
4) Messaggio di Protesta FIOM indirizzata all’Ambasciata Indiana in Italia (8 Nov.)
5) Comunicato Stampa (by A Sud) RE Interrogazione di Angelo Bonelli (Presidente dei Deputati Verdi) al Ministro degli Esteri Massimo D’Alema (9 Nov.)
1) Update/Appeal del NAPM (National Alliance of People Movement).
Lo riportiamo nella versione originale (welcome all’iniziativa di chi volesse tradurlo integralmente) limitandoci a riassumerne le allarmanti notizie all’inizio.
Brutal Massacre of People of Nandigram by CPM Hooligans
La popolazione brutalmente massacrata a Nandigram
Hundreds Feared Killed and Thousands Injured
Si teme per la vita di centinaia di persone mentre i feriti potrebbero essere migliaia
Riassunto del testo che segue:
Due le dimostrazioni indette sabato dal BUPC (ovvero Bhoomi Uchched Protirodh Committee, il Comitato che dall’inizio coordina la protesta dei contadini contro l’attacco alle loro terre), la prima in località Sonachura (15 mila partecipanti) e la seconda da Nandigram (10 mila partecipanti) entrambe notificate alla Polizia e all’Amministrazione locale, nonchè al Presidente, al Primo Ministro e a Sonia Gandhi.
Verso le 3 del pomeriggio di sabato, mentre a Kolkata era in corso lo sciopero della Fame (di Medha Patkar e Anuradha Talwar, NAPM) è arrivata la notizia degli spari ad uno dei cortei di dimostranti. Spari che NON erano della polizia ma provenienti dalla boscaglia dove si nascondevano le squadracce del CPM. Bilancio dei morti: 45 (il comunicato assicura) confermati, benchè le cifre differiscano a seconda delle fonti e potrebbero essere centinaia (come in effetti afferma oggi anche Mamata Banerjee in una delle notizie-stampa – Ndr) e comunque impossibili da quantificare con esattezza (!) poichè molti dei corpi lasciati sul terreno sono stati poi rimossi dagli stessi “tiratori”. Circa 3 o 5 mila le persone in fuga, molti dei quali mancavano all’appello dei vari capi-villaggio anche domenica. Vicino alla Scuola Amtala (Sherkhan Chowk) 300 persone sono state ammassate e brutalmente picchiate, una ragazza di 18 anni è stata violentata da uomini diversi di fronte a sua madre – e ciò mentre veniva trasportata all’ospedale.
Testimoni oculari del BUPC hanno contato 12 morti vicino alla sede CPM di Kalagechhia, altri due presso Tamluk. A Dandpur,Yinagar centinaia di case sono state saccheggiate e date alle fiamme, ma la polizia di Nandigram non è intervenuta.
Segue elenco delle orgs e dei VIP che hanno partecipato alla dharna di Kolkata. Viene infine segnalata (ma solo nel tardo pomeriggio) l’invio di 1000 forze dell’ordine, ma troppo tardi.
Il comunicato si conclude con l’apprezzamento verso le dichiarazioni del Governatore (Gopalkrishna Gandhi), l’auspicio che egli possa presto visitare le aree colpite e l’invito a mandargli Email o messaggi fax agli indirizzi elencati.
(testo integrale)
The non-violence was challenged by violence when CPM supporters unleashed an
unprecedented human massacre to repress the voices of people who are asserting
their rights over their lands and villages.
The Bhoomi Uchched Protirodh Committee (BUPC) today carried out two peace
rallies simultaneously, one from Sonachura and the other from Nandigram. About
15,000 people participated in the rally from Sonachura. Nearly 10,000 were in
the rally from Nandigram. They had informed the local Police Station,
Administration, President, Prime Minister and Sonia Gandhi about it, but of no
avail.
While the fast in Kolkata was going on, the news reached around 3 p.m. that the
peaceful, unarmed procession had been fired upon. The firing was NOT by police
forces. The number of people hurt or dead is extremely varied in the different
reports we are receiving. 45 deaths have been confirmed so far but the final
tally may be in hundreds as dead bodies are being removed by the murderers
themselves. It is impossible to find out how many are killed.
As the two processions were converging near Tekhali, CPM cadres who were hiding
in the paddy fields suddenly attacked, firing indiscriminately at the
procession. About 3000-5000 persons are missing, as people got scattered and
ran through the fields, the attackers firing at them. Sheikh Rizaul and Shymali
Manna, who are reported dead, were in the procession from Nandigram.
Rickshaw vans carrying the dead bodies were seen on the road. CPM cadres used
some press persons’ cars to take dead bodies out. Local CPM leaders were
controlling and operating the attack.
Near Amtala School at Sherkhan Chowk, 300 persons have been abducted and
brutally beaten up. 12 dead bodies have been seen by BUPC activists near
Kalagechhia CPM party office. 2 people reported dead in Tamluk.
An 18 year old girl was raped by several men in front of her mother. This was
while she was being taken to hospital!
Hundreds of houses were looted and burnt in Dandpur, Yinagar and people driven
out. The rampage continues.
While all this happened, the Nandigram police stayed inside their station. No
police was seen in the vicinity.
In Kolkata, there was huge response from all corners. Several organizations,
intellectuals, activists and Sunando Sanyal were on dharna from 1 - 8 p.m. on
November 9th, where they declared a 48 hour fast on 10th and 11th November, in
support of the people of Nandigram.
Today, on 10th November, several organizations are participating in the 48 hour
fast. These are National Trade Union Initiative, Khet Mazdoor Samiti, Hawkers
Sangram Samiti, NAPM, APDR, Sanhati Udyog, Gandhi Peace Foundation, AISA, CPI
(ML-Liberation), SUCI, Janata Dal (S) and Bandi Mukti Committee. CPI
(ML-Liberation), SUCI and Janata Dal (S) came with their banners but folded
them after entering the fast site. Manoj Bhattacharjee, an RSP official also
spoke condemning the violent attack by CPM supporters.
The fast started at 11 a.m. It was supported by prominent individuals who
visited and addressed the gathering. These included Debabrata Bandopadhyay,
Mahashweta Devi, Aparna Sen and Rituporno Ghosh. Women representatives from
Singur and Nandigram participated, expressing their indomitable spirit. A rally
was also taken out.
CPM supporters have gathered tonight at Sonachura, planning further attacks. It
was possible for UPA government to persuade the CPM to withdraw the violent
attack. About 1000 CRPF is now allotted to the area. But it is too late.
Irrecoverable loss has already occurred. The dead and wounded are silenced.
Hundreds of houses have been destroyed, burnt and looted. Rehabilitation or
compensation is at some distance. Relief must reach fast as people under attack
are in terrible misery.
West Bengal Governor’s true, Satyagrahi statement (given below) is welcome
but he needs to urgently visit the affected villages. There is only a political
solution and the ruling party must act fast so that Nandigram may return to
peace and people come back to their lands.
WE EARNESTLY REQUEST YOU ALL TO APPEAL TO THE WEST BENGAL GOVERNOR TO VISIT THE AREA. PLEASE SEND EMAILS TO governor@wb.nic.in OR FAX HIM AT 0091 33-22002444/22001649. PLEASE WRITE TO THE PRESIDENT ALSO, ASKING THE CENTRE TO INTERVENE IMMEDIATELY.
Anuradha Talwar, Saktiman Ghosh, Sukhendu Bhattacharya,
Sujato Bhadra, Medha Patkar
2) Dichiarazione del Governatore del Bengala Occidentale Gopalkrishna Gandhi
(Diffusa il 9 Novembre e perciò riferita ai morti del giorno precedente.
Traduzione integrale alla fine del testo inglese)
STATEMENT BY WEST BENGAL GOVERNOR
Raj Bhavan, Kolkata
Press Statement
9th November 2007
The news of deaths by police firing in Nandigram this morning has filled me
with a sense of cold horror. We will soon know more details of the sequence of
events that led to this tragedy. But the point uppermost in my mind is not "Who
started it", "Who provoked it" or whatever there were agent-provocateurs behind
it. Investigations will reveal that. The thought in my mind and of all
sensitive people now is -- "Was this spilling of human blood not avoidable?
What is the public purpose served by the use of force that we have witnessed
today?"
Force against anti-national elements, terrorists, extremists, insurgents is one
thing. The receiving end of the force used today does not belong to that order.
What I advised Government over the last two days, as I received inputs of
rising tension in Nandigram, Government knows. It is not my intention to enter
into blame-fixing. But I can not be so casual to the Oath I have taken as to
restrict my reaction to a pious expression of anguish and outrage. I trust the
Government will not only go into the whys and wherefores of this tragic
occurrence but will also ensure that it leaves no room for a repetition of the
kind of trauma witnessed today.
I leave it to the conscience of officials responsible to atone for the event in
the manner they deem fit. But I also expect the government to do what it thinks
is necessary to mitigate the effects of this bitter March 14, and to do it
visibly and fast.
Gopalkrishna Gandhi
(traduzione italiana integrale)
La notizia dei morti che sono stati uccisi dalla polizia a Nandigram questa mattina mi ha riempito di un senso di freddo orrore. Riceveremo presto ulteriori dettagli circa la sequenza degli eventi che ha portato a questa tragedia. Ma la domana principale nella mia mente non è “Chi ha cominciato” o “Chi ha provocato” o chi siano stati gli agenti provocatori. Le indagini ce lo diranno. La domanda che maggiormente occupa la mia mente come quella di tutti coloro che sono dotati di buon senso è “Non si poteva evitare un simile spargimento di sangue? Qual’è il public purpose (amara allusione alle tante requisizioni effettuate con la ‘forza’ del Land Acquisition Act in nome del ‘Public Purpose’ di coloniale memoria – Ndr) nell’uso della forza cui abbiamo assistito oggi”?
Una cosa è la forza contro i nemici della nazione, contro i terroristi, estremisti, ‘insorgenti’. Coloro che hanno subito questa forza oggi non rientrano in queste categorie.
Quali erano le mie direttive durante I due giorni scorsi, subito dopo aver ricevuto notizia delle nuove tensioni a Nandigram, è cosa nota e non è mia intenzione fare polemica. Ma neppure mi limiterò ad esprimere le mie reazioni entro formali dichiarazioni di preoccupata indignazione. Mi auguro che il Governo non solo non si limiterà a fare piena luce circa questi tragici fatti, ma garantirà anche che il trauma cui abbiamo assistito oggi non debba ripetersi in futuro.
Lascio alla coscienza degli ufficiali responsabili affrontare la situazione nel modo che riterranno più opportune. Ma mi aspetto anche che il Governo faccia tutto il possibile e il necessario per mitigare gli effetti di questo (replay del) 14 Marzo, e che lo faccia nel modo più immediate e visibile.
Gopalakrishna Gandhi
3) Email/Testimonianze (prima a caldo e poi con più preciso rapporto) di Paolo (Manzone) e di Elisabetta, che si trovavano a Kolkata per un appuntamento preso in precedenza con la scrittrice Mahasveta Devi e che poi hanno seguito tutto il resto della giornata.
A caldo: “Oggi io, Paolo, Giulia, Francersco e Elisa siamo stati da Mahasweta Devi, avevamo delle domande in mente ma non abbiamo potuto farle perchè c`era qualcosa di molto piu` urgente” di cui occuparsi.
Nandigram. La situazione è arrivata al limite, ormai è una "zona di guerra".
A Nandigram tutto è iniziato il 2 gennaio quando il BDO (Block Development Office) ha annunciato la decisione di istituire una SEZ di 20.000 ettari.
La polazione il 3 gennaio si è recata all`ufficio del Garchakrebia Panchayat per protestare , ma è stata respinta dalla polizia. Nelle violenze che seguirono furono uccise 11 persone.
Il 12 marzo Prasad Ranjan Roy annunciò la presa di provvedimenti contro la popolazione di Nandigram. L`accesso al villaggio venne bloccato dagli attivisti del Bhumi Uchhed Protirodh Commitee, ma il 14 la polizia riuscì a penetrare provocando, secondo il Governo 14 morti e 62 feriti, in realtà la popolazione locale afferma che almeno 100-150 persone furono uccise, 200 ferite e alcune persone risultano "disperse".
Rapporto di fine giornata: Alla manifestazione all’Esplanada Medha era chiaramente l’unica che cercava di coordinare la protesta di decine di gruppi, che via via arrivavano o solo passavano. Totale partecipanti: direi meno di 10000 considerando un continuo movimento. L’organizzazione della manifestazione mutava continuamente seguendo i dati sempre peggiori che arrivavano. Era chiaro che non era manifestazione di partito ma moltissime persone aderiva. Molti erano militanti dello stesso CPI(M) responsabile della strage.
Dati che riterremmo sicuri:
− assedio continuo alle persone che stanno resistendo a Nandigram.
− Crescendo di violenza da 4 giorni causata dalle squadracce del CPI(M)
− la polizia e il governo non è intervenuta per fermare l’aggressione.
− sono stati rapiti, torturati, violentati, uccisi magliaia di presone
− alla sera i morti ufficiali erano 50
− moltissime persone disperse
− Il CPI(M) giustifica la strage adducendo la necessità di impedire infiltrazioni dei gruppi maoisti fra i manifestanti.
− La zona è circondata non possono essere prelevati morti e curati i feriti.
− Nandigram è completamente inaccessibile a chiunque, le notizie vengono aggiornate solo via sms
Su questo concordavano tutti i manifestanti sebbene alla sera le cifre ufficiali parlavano solo di tre morti. Alcune voci in città nella notte confermavano i 50 morti e le decine di dispersi
Obbiettivi della manifestazione, che cambiavano via via con l’arrivare delle notizie:
- chiedere al governatore del West Bengala di visitare Nandigram o comunque di prendere le distanze da quello che stava succedendo [cfr dichiarazione in merito su http://www.indianexpress.com/sunday/story/237904.html]
- sollecitare l’intervento della polizia per punire i responsabili delle stragi [non è chiaro il ruolo e I poter del governatore rispetto a quelli del Chief Minister]
- invio di lettere e sms al governatore per esprimere la solidarietà con la popolazione di Nandigram.
- Raccolta viveri per Nandigram
-
4) Messaggio di Protesta FIOM indirizzata all’Ambasciata Indiana in Italia (8 Nov.)
Federazione Impiegati Operai Metallurgici nazionale
UFFICIO INTERNAZIONALE
corso Trieste, 36 - 00198 Roma - tel. +39 06 852621 - fax +39 06 85303079
www.fiom.cgil.it - e-mail: fiom.internazionale@fiom.cgil.it
All'attenzione dell'Ambasciatore Indiano in Italia
RAJIV DOGRA
C/c Signora SHAMMA JAIN (Vice Ambasciatore della Missione)
Via XX Settembre 5 - 00187
Fax 06 4819539
Esprimiamo preoccupazione e sconcerto per la situazione di brutalità
che da mesi infiamma le campagne del Bengala Occidentale.
La notiza dell'odierno attacco alla nota attivista sociale Medha
Patkar, che abbiamo avuto occasione di incontrare durante la
sua recente visita in Italia, ci lascia costernati, e auspichiamo un
immediato ritorno alla normalità nel rispetto dei più elementari
diritti umani e della dignità delle persone.
Augurandoci che il nostro auspicio possa trovare ascolto e riscontro presso il Governo Indiano, da Lei rappresentato nel nostro Paese,
inviamo distinti saluti
Alessandra Mecozzi
Responsabile Ufficio Internazionale Fiom-Cgil
Roma, 8 novembre 2007
5) Comunicato Stampa (by A Sud) RE Interrogazione di Angelo Bonelli (Presidente dei Deputati Verdi) al Ministro degli Esteri Massimo D’Alema (9 Nov.)
COMUNICATO STAMPA
AMBIENTE. INTERROGAZIONE DEL VERDE BONELLI PER AGGRESSIONE ATTIVISTA INDIANA
MEDHA PATKAR
"Si batte a fianco delle comunità locali contro le multinazionali: D'Alema
chieda tutele alle autorità indiane"
Roma, 9 nov. - Il presidente dei Deputati Verdi, Angelo Bonelli, esprime
solidarietà all'attivista indiana Medha Patkar, invitata recentemente in
Italia dalla Ong A Sud per l' inaugurazione del Centro di Documentazione
sui Conflitti Ambientali dei Sud del mondo, aggredita ieri mentre cercava
di raggiungere la zona di Nandigram, nel West Bengala, dove da mesi è in
corso un drammatico conflitto che vede protagoniste le comunità locali.
Bonelli ha presentato una interrogazione al ministro D'Alema per chiedere di
vigilare sulla agibilità degli ecopacifisti in una zona particolarmente
soggetta a gravi tensioni: "all'origine delle proteste - spiega Bonelli - ci
sono i 20.000 acri di terra che erano stati destinati dall'amministrazione
del Bengala Occidentale al colosso petrolchimico indonesiano Salim. Le
proteste e le resistenze delle comunità locali nell'area di Nandigram sono
aumentate dopo gli scontri scoppiati intorno alle aree agricole di Singur,
dove 1000 acri di terra sono stati requisiti per fare spazio agli impianti
Tata Motors per la produzione della "low cost car", nell'ambito
dell'articolata Joint Venture con l'italiana Fiat.
In queste ore molti attivisti stanno bloccando l'autostrada che porta a
Nandigram e gli scontri non accennano a diminuire. Medha Patkar -
aggiunge - è stata aggredita dagli attivisti del Partito Comunista
Marxista, al governo del West Bengala - in una località chiamata
Kapaseberia, lungo la strada per Nandigram. Spero che il ministro degli
Esteri raccolga la mia sollecitazione ad intervenire presso le autorità
indiane per chiedere garanzie e tutele per gli attivisti come Medha Patkar,
da sempre a fianco della resistenza delle comunità locali che chiedono il
rispetto dei propri diritti".
Ci eravamo ripromessi un aggiornamento quotidiano circa quel teatro di guerra che ormai da un anno è diventato il Bengala occidentale – e ci scusiamo per non essere riusciti a mantenere l’impegno nel corso di quest’ultimo week end che è stato particolarmente sanguinoso. La ridda delle notizie, l’accavallarsi dei messaggi, l’impossibilità di verificare i bilanci dei morti e dei feriti, e più ancora dei dispersi - non si capisce se “alla macchia” oppure “rifugiati” (ma da dove? sotto la “protezione” di chi?) oppure, come è stato scritto “rapiti”, o forse presi “in ostaggio” (ma da chi e contro chi…) - è sufficiente a suggerire un quadro di totale inaccettabilità sotto il profilo dei più elementari diritti umani. La sola cosa che sappiamo per certo è che Nandigram è letteralmente tagliata fuori da giorni da qualsiasi possibilità di osservazione e contatto. Non parliamo dei soccorsi: medici, legali, di immediato intervento. Non parliamo di diritto all’informazione… Medha Patkar è stata come sappiamo aggredita verbalmente e fisicamente giovedì mattina proprio perchè tentava di raggiungere l’area di Nandigram, che da giorni era teatro di aspri scontri. Ed è stata costretta a riparare a Kolkata. In merito a questo episodio la FIOM ha inviato all’Ambasciata Indiana indiana un messaggio di protesta che qui sotto diffondiamo (Testo N. X). Anche Angelo Bonelli, Presidente dei Verdi alla Camera dei deputati ha inviato un’Interrogazione Parlamentare al Ministro degli Esteri D’Alema (vedi Testo N. XX).
Medha Patkar è stata in sciopero della fame per l’intero week end la sua forzata impossibilità di uscire dalla città che proprio ieri, 10 ottobre. avrebbe dovuto inaugurare l’annuale Film Festival (evento di grande rilievo per la vita culturale di Kolkata) ha avuto il non indifferente merito di catalizzare la solidarietà di un buon numero di intellettuali, registi, attori, attrici – che per protesta hanno boicottato la manifestazione e si sono uniti a lei nello sforzo di “pubblica contro-informazione” che sulla scorta dei dispacci e degli SMS che arrivavano da Nandigram, è continuato per tutto il week end all’Esplanade. Qualche nome fra i più noti anche al pubblico italiano: i registi Aparna Sen e Rituporno Gosh, la scrittrice Mahasveta Devi… E sulla “scena di Kolkata” riportiamo qualche stralcio dal rapporto inviatoci da Paolo Manzone, che proprio sabato mattina si era recato in visita a Mahasveta Devi.
Ed ora che, mentre chiudo queste note, è il tardo pomeriggio di domenica e per l’India è ormai notte, possiamo provare a pubblicare almeno l’essenziale in sequenza. Senz’altro commento che quello amarissimo rilasciato dalla voce tonante di Medha Patkar mentre all’Esplanade di Kolkata diramava tra un dispaccio e l’altro la denuncia di Amnesty International: “È stato il Diwali più buio e nero nella recente storia dell’India”.
Intensifichiamo quindi i messaggi di protesta ai vari indirizzi che abbiamo gia' segnalato qualche giorno fa (Giovedi’ 8 Novembre). Continuiamo a raccogliere firme agli appelli che vorremo spontaneamente attivare e diffondere (ci preoccuperemo dopo di capire come mettere insieme le liste e farle arrivare a destinazione). Perchè questo è per l’India un momento molto grave. Reso oltretutto più “invisibile” (del solito) dal fatto che da quell’area lì i nostri media, già solitamente molto distratti, riescono a vedere (se ci riescono) solo l’emergenza-Pakistan.
Per saperne di più:
digita la voce Nandigram su Google News, nella versione inglese (NON quella italiana).
Menù Documenti qui allegati:
1) Update/Appeal del NAPM (National Alliance of People Movement, 10 Nov.)
2) Dichiarazione del Governatore del Bengala Occidentale Gopalkrishna Gandhi (9 Nov.)
3) Testimonianza di Paolo e Elisabetta (10 e 11 Nov.)
4) Messaggio di Protesta FIOM indirizzata all’Ambasciata Indiana in Italia (8 Nov.)
5) Comunicato Stampa (by A Sud) RE Interrogazione di Angelo Bonelli (Presidente dei Deputati Verdi) al Ministro degli Esteri Massimo D’Alema (9 Nov.)
1) Update/Appeal del NAPM (National Alliance of People Movement).
Lo riportiamo nella versione originale (welcome all’iniziativa di chi volesse tradurlo integralmente) limitandoci a riassumerne le allarmanti notizie all’inizio.
Brutal Massacre of People of Nandigram by CPM Hooligans
La popolazione brutalmente massacrata a Nandigram
Hundreds Feared Killed and Thousands Injured
Si teme per la vita di centinaia di persone mentre i feriti potrebbero essere migliaia
Riassunto del testo che segue:
Due le dimostrazioni indette sabato dal BUPC (ovvero Bhoomi Uchched Protirodh Committee, il Comitato che dall’inizio coordina la protesta dei contadini contro l’attacco alle loro terre), la prima in località Sonachura (15 mila partecipanti) e la seconda da Nandigram (10 mila partecipanti) entrambe notificate alla Polizia e all’Amministrazione locale, nonchè al Presidente, al Primo Ministro e a Sonia Gandhi.
Verso le 3 del pomeriggio di sabato, mentre a Kolkata era in corso lo sciopero della Fame (di Medha Patkar e Anuradha Talwar, NAPM) è arrivata la notizia degli spari ad uno dei cortei di dimostranti. Spari che NON erano della polizia ma provenienti dalla boscaglia dove si nascondevano le squadracce del CPM. Bilancio dei morti: 45 (il comunicato assicura) confermati, benchè le cifre differiscano a seconda delle fonti e potrebbero essere centinaia (come in effetti afferma oggi anche Mamata Banerjee in una delle notizie-stampa – Ndr) e comunque impossibili da quantificare con esattezza (!) poichè molti dei corpi lasciati sul terreno sono stati poi rimossi dagli stessi “tiratori”. Circa 3 o 5 mila le persone in fuga, molti dei quali mancavano all’appello dei vari capi-villaggio anche domenica. Vicino alla Scuola Amtala (Sherkhan Chowk) 300 persone sono state ammassate e brutalmente picchiate, una ragazza di 18 anni è stata violentata da uomini diversi di fronte a sua madre – e ciò mentre veniva trasportata all’ospedale.
Testimoni oculari del BUPC hanno contato 12 morti vicino alla sede CPM di Kalagechhia, altri due presso Tamluk. A Dandpur,Yinagar centinaia di case sono state saccheggiate e date alle fiamme, ma la polizia di Nandigram non è intervenuta.
Segue elenco delle orgs e dei VIP che hanno partecipato alla dharna di Kolkata. Viene infine segnalata (ma solo nel tardo pomeriggio) l’invio di 1000 forze dell’ordine, ma troppo tardi.
Il comunicato si conclude con l’apprezzamento verso le dichiarazioni del Governatore (Gopalkrishna Gandhi), l’auspicio che egli possa presto visitare le aree colpite e l’invito a mandargli Email o messaggi fax agli indirizzi elencati.
(testo integrale)
The non-violence was challenged by violence when CPM supporters unleashed an
unprecedented human massacre to repress the voices of people who are asserting
their rights over their lands and villages.
The Bhoomi Uchched Protirodh Committee (BUPC) today carried out two peace
rallies simultaneously, one from Sonachura and the other from Nandigram. About
15,000 people participated in the rally from Sonachura. Nearly 10,000 were in
the rally from Nandigram. They had informed the local Police Station,
Administration, President, Prime Minister and Sonia Gandhi about it, but of no
avail.
While the fast in Kolkata was going on, the news reached around 3 p.m. that the
peaceful, unarmed procession had been fired upon. The firing was NOT by police
forces. The number of people hurt or dead is extremely varied in the different
reports we are receiving. 45 deaths have been confirmed so far but the final
tally may be in hundreds as dead bodies are being removed by the murderers
themselves. It is impossible to find out how many are killed.
As the two processions were converging near Tekhali, CPM cadres who were hiding
in the paddy fields suddenly attacked, firing indiscriminately at the
procession. About 3000-5000 persons are missing, as people got scattered and
ran through the fields, the attackers firing at them. Sheikh Rizaul and Shymali
Manna, who are reported dead, were in the procession from Nandigram.
Rickshaw vans carrying the dead bodies were seen on the road. CPM cadres used
some press persons’ cars to take dead bodies out. Local CPM leaders were
controlling and operating the attack.
Near Amtala School at Sherkhan Chowk, 300 persons have been abducted and
brutally beaten up. 12 dead bodies have been seen by BUPC activists near
Kalagechhia CPM party office. 2 people reported dead in Tamluk.
An 18 year old girl was raped by several men in front of her mother. This was
while she was being taken to hospital!
Hundreds of houses were looted and burnt in Dandpur, Yinagar and people driven
out. The rampage continues.
While all this happened, the Nandigram police stayed inside their station. No
police was seen in the vicinity.
In Kolkata, there was huge response from all corners. Several organizations,
intellectuals, activists and Sunando Sanyal were on dharna from 1 - 8 p.m. on
November 9th, where they declared a 48 hour fast on 10th and 11th November, in
support of the people of Nandigram.
Today, on 10th November, several organizations are participating in the 48 hour
fast. These are National Trade Union Initiative, Khet Mazdoor Samiti, Hawkers
Sangram Samiti, NAPM, APDR, Sanhati Udyog, Gandhi Peace Foundation, AISA, CPI
(ML-Liberation), SUCI, Janata Dal (S) and Bandi Mukti Committee. CPI
(ML-Liberation), SUCI and Janata Dal (S) came with their banners but folded
them after entering the fast site. Manoj Bhattacharjee, an RSP official also
spoke condemning the violent attack by CPM supporters.
The fast started at 11 a.m. It was supported by prominent individuals who
visited and addressed the gathering. These included Debabrata Bandopadhyay,
Mahashweta Devi, Aparna Sen and Rituporno Ghosh. Women representatives from
Singur and Nandigram participated, expressing their indomitable spirit. A rally
was also taken out.
CPM supporters have gathered tonight at Sonachura, planning further attacks. It
was possible for UPA government to persuade the CPM to withdraw the violent
attack. About 1000 CRPF is now allotted to the area. But it is too late.
Irrecoverable loss has already occurred. The dead and wounded are silenced.
Hundreds of houses have been destroyed, burnt and looted. Rehabilitation or
compensation is at some distance. Relief must reach fast as people under attack
are in terrible misery.
West Bengal Governor’s true, Satyagrahi statement (given below) is welcome
but he needs to urgently visit the affected villages. There is only a political
solution and the ruling party must act fast so that Nandigram may return to
peace and people come back to their lands.
WE EARNESTLY REQUEST YOU ALL TO APPEAL TO THE WEST BENGAL GOVERNOR TO VISIT THE AREA. PLEASE SEND EMAILS TO governor@wb.nic.in OR FAX HIM AT 0091 33-22002444/22001649. PLEASE WRITE TO THE PRESIDENT ALSO, ASKING THE CENTRE TO INTERVENE IMMEDIATELY.
Anuradha Talwar, Saktiman Ghosh, Sukhendu Bhattacharya,
Sujato Bhadra, Medha Patkar
2) Dichiarazione del Governatore del Bengala Occidentale Gopalkrishna Gandhi
(Diffusa il 9 Novembre e perciò riferita ai morti del giorno precedente.
Traduzione integrale alla fine del testo inglese)
STATEMENT BY WEST BENGAL GOVERNOR
Raj Bhavan, Kolkata
Press Statement
9th November 2007
The news of deaths by police firing in Nandigram this morning has filled me
with a sense of cold horror. We will soon know more details of the sequence of
events that led to this tragedy. But the point uppermost in my mind is not "Who
started it", "Who provoked it" or whatever there were agent-provocateurs behind
it. Investigations will reveal that. The thought in my mind and of all
sensitive people now is -- "Was this spilling of human blood not avoidable?
What is the public purpose served by the use of force that we have witnessed
today?"
Force against anti-national elements, terrorists, extremists, insurgents is one
thing. The receiving end of the force used today does not belong to that order.
What I advised Government over the last two days, as I received inputs of
rising tension in Nandigram, Government knows. It is not my intention to enter
into blame-fixing. But I can not be so casual to the Oath I have taken as to
restrict my reaction to a pious expression of anguish and outrage. I trust the
Government will not only go into the whys and wherefores of this tragic
occurrence but will also ensure that it leaves no room for a repetition of the
kind of trauma witnessed today.
I leave it to the conscience of officials responsible to atone for the event in
the manner they deem fit. But I also expect the government to do what it thinks
is necessary to mitigate the effects of this bitter March 14, and to do it
visibly and fast.
Gopalkrishna Gandhi
(traduzione italiana integrale)
La notizia dei morti che sono stati uccisi dalla polizia a Nandigram questa mattina mi ha riempito di un senso di freddo orrore. Riceveremo presto ulteriori dettagli circa la sequenza degli eventi che ha portato a questa tragedia. Ma la domana principale nella mia mente non è “Chi ha cominciato” o “Chi ha provocato” o chi siano stati gli agenti provocatori. Le indagini ce lo diranno. La domanda che maggiormente occupa la mia mente come quella di tutti coloro che sono dotati di buon senso è “Non si poteva evitare un simile spargimento di sangue? Qual’è il public purpose (amara allusione alle tante requisizioni effettuate con la ‘forza’ del Land Acquisition Act in nome del ‘Public Purpose’ di coloniale memoria – Ndr) nell’uso della forza cui abbiamo assistito oggi”?
Una cosa è la forza contro i nemici della nazione, contro i terroristi, estremisti, ‘insorgenti’. Coloro che hanno subito questa forza oggi non rientrano in queste categorie.
Quali erano le mie direttive durante I due giorni scorsi, subito dopo aver ricevuto notizia delle nuove tensioni a Nandigram, è cosa nota e non è mia intenzione fare polemica. Ma neppure mi limiterò ad esprimere le mie reazioni entro formali dichiarazioni di preoccupata indignazione. Mi auguro che il Governo non solo non si limiterà a fare piena luce circa questi tragici fatti, ma garantirà anche che il trauma cui abbiamo assistito oggi non debba ripetersi in futuro.
Lascio alla coscienza degli ufficiali responsabili affrontare la situazione nel modo che riterranno più opportune. Ma mi aspetto anche che il Governo faccia tutto il possibile e il necessario per mitigare gli effetti di questo (replay del) 14 Marzo, e che lo faccia nel modo più immediate e visibile.
Gopalakrishna Gandhi
3) Email/Testimonianze (prima a caldo e poi con più preciso rapporto) di Paolo (Manzone) e di Elisabetta, che si trovavano a Kolkata per un appuntamento preso in precedenza con la scrittrice Mahasveta Devi e che poi hanno seguito tutto il resto della giornata.
A caldo: “Oggi io, Paolo, Giulia, Francersco e Elisa siamo stati da Mahasweta Devi, avevamo delle domande in mente ma non abbiamo potuto farle perchè c`era qualcosa di molto piu` urgente” di cui occuparsi.
Nandigram. La situazione è arrivata al limite, ormai è una "zona di guerra".
A Nandigram tutto è iniziato il 2 gennaio quando il BDO (Block Development Office) ha annunciato la decisione di istituire una SEZ di 20.000 ettari.
La polazione il 3 gennaio si è recata all`ufficio del Garchakrebia Panchayat per protestare , ma è stata respinta dalla polizia. Nelle violenze che seguirono furono uccise 11 persone.
Il 12 marzo Prasad Ranjan Roy annunciò la presa di provvedimenti contro la popolazione di Nandigram. L`accesso al villaggio venne bloccato dagli attivisti del Bhumi Uchhed Protirodh Commitee, ma il 14 la polizia riuscì a penetrare provocando, secondo il Governo 14 morti e 62 feriti, in realtà la popolazione locale afferma che almeno 100-150 persone furono uccise, 200 ferite e alcune persone risultano "disperse".
Rapporto di fine giornata: Alla manifestazione all’Esplanada Medha era chiaramente l’unica che cercava di coordinare la protesta di decine di gruppi, che via via arrivavano o solo passavano. Totale partecipanti: direi meno di 10000 considerando un continuo movimento. L’organizzazione della manifestazione mutava continuamente seguendo i dati sempre peggiori che arrivavano. Era chiaro che non era manifestazione di partito ma moltissime persone aderiva. Molti erano militanti dello stesso CPI(M) responsabile della strage.
Dati che riterremmo sicuri:
− assedio continuo alle persone che stanno resistendo a Nandigram.
− Crescendo di violenza da 4 giorni causata dalle squadracce del CPI(M)
− la polizia e il governo non è intervenuta per fermare l’aggressione.
− sono stati rapiti, torturati, violentati, uccisi magliaia di presone
− alla sera i morti ufficiali erano 50
− moltissime persone disperse
− Il CPI(M) giustifica la strage adducendo la necessità di impedire infiltrazioni dei gruppi maoisti fra i manifestanti.
− La zona è circondata non possono essere prelevati morti e curati i feriti.
− Nandigram è completamente inaccessibile a chiunque, le notizie vengono aggiornate solo via sms
Su questo concordavano tutti i manifestanti sebbene alla sera le cifre ufficiali parlavano solo di tre morti. Alcune voci in città nella notte confermavano i 50 morti e le decine di dispersi
Obbiettivi della manifestazione, che cambiavano via via con l’arrivare delle notizie:
- chiedere al governatore del West Bengala di visitare Nandigram o comunque di prendere le distanze da quello che stava succedendo [cfr dichiarazione in merito su http://www.indianexpress.com/sunday/story/237904.html]
- sollecitare l’intervento della polizia per punire i responsabili delle stragi [non è chiaro il ruolo e I poter del governatore rispetto a quelli del Chief Minister]
- invio di lettere e sms al governatore per esprimere la solidarietà con la popolazione di Nandigram.
- Raccolta viveri per Nandigram
-
4) Messaggio di Protesta FIOM indirizzata all’Ambasciata Indiana in Italia (8 Nov.)
Federazione Impiegati Operai Metallurgici nazionale
UFFICIO INTERNAZIONALE
corso Trieste, 36 - 00198 Roma - tel. +39 06 852621 - fax +39 06 85303079
www.fiom.cgil.it - e-mail: fiom.internazionale@fiom.cgil.it
All'attenzione dell'Ambasciatore Indiano in Italia
RAJIV DOGRA
C/c Signora SHAMMA JAIN (Vice Ambasciatore della Missione)
Via XX Settembre 5 - 00187
Fax 06 4819539
Esprimiamo preoccupazione e sconcerto per la situazione di brutalità
che da mesi infiamma le campagne del Bengala Occidentale.
La notiza dell'odierno attacco alla nota attivista sociale Medha
Patkar, che abbiamo avuto occasione di incontrare durante la
sua recente visita in Italia, ci lascia costernati, e auspichiamo un
immediato ritorno alla normalità nel rispetto dei più elementari
diritti umani e della dignità delle persone.
Augurandoci che il nostro auspicio possa trovare ascolto e riscontro presso il Governo Indiano, da Lei rappresentato nel nostro Paese,
inviamo distinti saluti
Alessandra Mecozzi
Responsabile Ufficio Internazionale Fiom-Cgil
Roma, 8 novembre 2007
5) Comunicato Stampa (by A Sud) RE Interrogazione di Angelo Bonelli (Presidente dei Deputati Verdi) al Ministro degli Esteri Massimo D’Alema (9 Nov.)
COMUNICATO STAMPA
AMBIENTE. INTERROGAZIONE DEL VERDE BONELLI PER AGGRESSIONE ATTIVISTA INDIANA
MEDHA PATKAR
"Si batte a fianco delle comunità locali contro le multinazionali: D'Alema
chieda tutele alle autorità indiane"
Roma, 9 nov. - Il presidente dei Deputati Verdi, Angelo Bonelli, esprime
solidarietà all'attivista indiana Medha Patkar, invitata recentemente in
Italia dalla Ong A Sud per l' inaugurazione del Centro di Documentazione
sui Conflitti Ambientali dei Sud del mondo, aggredita ieri mentre cercava
di raggiungere la zona di Nandigram, nel West Bengala, dove da mesi è in
corso un drammatico conflitto che vede protagoniste le comunità locali.
Bonelli ha presentato una interrogazione al ministro D'Alema per chiedere di
vigilare sulla agibilità degli ecopacifisti in una zona particolarmente
soggetta a gravi tensioni: "all'origine delle proteste - spiega Bonelli - ci
sono i 20.000 acri di terra che erano stati destinati dall'amministrazione
del Bengala Occidentale al colosso petrolchimico indonesiano Salim. Le
proteste e le resistenze delle comunità locali nell'area di Nandigram sono
aumentate dopo gli scontri scoppiati intorno alle aree agricole di Singur,
dove 1000 acri di terra sono stati requisiti per fare spazio agli impianti
Tata Motors per la produzione della "low cost car", nell'ambito
dell'articolata Joint Venture con l'italiana Fiat.
In queste ore molti attivisti stanno bloccando l'autostrada che porta a
Nandigram e gli scontri non accennano a diminuire. Medha Patkar -
aggiunge - è stata aggredita dagli attivisti del Partito Comunista
Marxista, al governo del West Bengala - in una località chiamata
Kapaseberia, lungo la strada per Nandigram. Spero che il ministro degli
Esteri raccolga la mia sollecitazione ad intervenire presso le autorità
indiane per chiedere garanzie e tutele per gli attivisti come Medha Patkar,
da sempre a fianco della resistenza delle comunità locali che chiedono il
rispetto dei propri diritti".
giovedì 8 novembre 2007
Medha Patkar Aggredita Fisicamente
<<Medha Patkar
Quanto segue è il Messaggio di Action Alert che Medha Patkar ci ha fatto pervenire con preghiera di trasmetterlo urgentemente via Fax oppure via Email ai seguenti:
1) Uffici del Governo Centrale a New Delhi
(Ufficio del Primo Ministro Fax N. 0091 11 2301 9545
2) Ufficio del Ministro Bhuddadeb Bhattacharjee, Governo del Bengala Occidentale
(Fax N. 0091 33 2214 5480 / 2214 1341 oppure Email cm@wb.gov.in)
3) Ministro degli Interni con delega al Bengala Occidentale
(Fax 0091 33 2214 4052)
4) Autorità indiane in Italia
Fax 0039 06 481 9539 o via Email dcm.office@indianembassy.it
Infine e non meno urgente, per chi voglia far pervenire messaggi di solidarietà a Medha, Anuradha, a quanti erano con loro oggi e a tutti coloro che in questo momento stanno congregandosi a Kolkata per una fiaccolata di protesta non violenta in favore delle popolazioni di Nandigram la mail cui inviare è duttdebjit@gmail.com
MEDHA PATKAR E ALTRI ATTIVISTI INDIANI ATTACCATI IN BENGALA OCCIDENTALE
Come rappresentanti dei Movimenti sociali dell’Italia condanniamo l’ennesimo brutale attacco contro Medha Patkar, Sunanda Sanyal, Anuradha Talwar e altri attivisti sociali indiani mentre stavano cercando di raggiungere la zona di Nandigram, di nuovo trasformato in campo di battaglia da giorni. Condanniamo l’atteggiamento di indifferenza delle forze dell’ordine che da giorni assistono al crescendo di violenza, aggressioni, persino colpi di arma da fuoco nell’area senza intervenire e che nell’odierno episodio non hanno mosso un dito in difesa di Medha Patkar e Anuradha Talwar mentre una squadraccia del CPI-M fermava il loro veicolo, impediva loro di passare e di fronte alla riluttanza dell’autista attaccava fisicamente le due attiviste nel tentativo (secondo vari testimoni oculari) di trascinarle fuori dalla vettura.
Rileviamo inoltre la contraddizione di un Partito che si definisce Comunista e per di più marxista, che da una parte (in altre regioni dell’India) si esprime in difesa dei contadini e degli strati più emarginati della popolazione indiana – mentre in Bengala occidentale arma da mesi squadracce di delinquenti permettendo loro di compiere le peggiori violenze anche nei confronti di vecchi, donne e bambini.
Domandiamo con urgenza:
CHIEDIAMO CHE QUANTO SOPRA VENGA ATTUATO CON LA MASSIMA URGENZA PER IMPEDIRE CHE LA SITUAZIONE DI NANDIGRAM SFUGGA NUOVAMENTE DI CONTROLLO.
Quanto segue è il Messaggio di Action Alert che Medha Patkar ci ha fatto pervenire con preghiera di trasmetterlo urgentemente via Fax oppure via Email ai seguenti:
1) Uffici del Governo Centrale a New Delhi
(Ufficio del Primo Ministro Fax N. 0091 11 2301 9545
2) Ufficio del Ministro Bhuddadeb Bhattacharjee, Governo del Bengala Occidentale
(Fax N. 0091 33 2214 5480 / 2214 1341 oppure Email cm@wb.gov.in)
3) Ministro degli Interni con delega al Bengala Occidentale
(Fax 0091 33 2214 4052)
4) Autorità indiane in Italia
Fax 0039 06 481 9539 o via Email dcm.office@indianembassy.it
Infine e non meno urgente, per chi voglia far pervenire messaggi di solidarietà a Medha, Anuradha, a quanti erano con loro oggi e a tutti coloro che in questo momento stanno congregandosi a Kolkata per una fiaccolata di protesta non violenta in favore delle popolazioni di Nandigram la mail cui inviare è duttdebjit@gmail.com
MEDHA PATKAR E ALTRI ATTIVISTI INDIANI ATTACCATI IN BENGALA OCCIDENTALE
Come rappresentanti dei Movimenti sociali dell’Italia condanniamo l’ennesimo brutale attacco contro Medha Patkar, Sunanda Sanyal, Anuradha Talwar e altri attivisti sociali indiani mentre stavano cercando di raggiungere la zona di Nandigram, di nuovo trasformato in campo di battaglia da giorni. Condanniamo l’atteggiamento di indifferenza delle forze dell’ordine che da giorni assistono al crescendo di violenza, aggressioni, persino colpi di arma da fuoco nell’area senza intervenire e che nell’odierno episodio non hanno mosso un dito in difesa di Medha Patkar e Anuradha Talwar mentre una squadraccia del CPI-M fermava il loro veicolo, impediva loro di passare e di fronte alla riluttanza dell’autista attaccava fisicamente le due attiviste nel tentativo (secondo vari testimoni oculari) di trascinarle fuori dalla vettura.
Rileviamo inoltre la contraddizione di un Partito che si definisce Comunista e per di più marxista, che da una parte (in altre regioni dell’India) si esprime in difesa dei contadini e degli strati più emarginati della popolazione indiana – mentre in Bengala occidentale arma da mesi squadracce di delinquenti permettendo loro di compiere le peggiori violenze anche nei confronti di vecchi, donne e bambini.
Domandiamo con urgenza:
- che cessino gli attacchi a tutti coloro che protestano pacificamente, in particolare alla popolazione dell’area di Nandigram che da mesi cerca semplicemente difendere la propria terra in quanto fonte di sussistenza;
- che siano avviate indagini sugli incidenti e le uccisioni che si sono verificate di nuovo anche di recente e che opportune misure vengano prese contro i responsabili;
- che il Presidente, il Primo Ministro e il Ministro degli Interni dell’India intervengano presso il Governo del Bengala occidentale perchè abbia termine questa persecuzione che da mesi pone sotto assedio i villaggi di Nandigram;
- che il Ministro del Bengala occidentale impedisca agli estremisti del CPM di interferire con la normale quotidianità di Nandigram;
- che vengano invece organizzati con la massima immediatezza cure e interventi medici quanto mai urgenti;
- che vanga inviata una delegazione interparlamentare di inchiesta, con l’obiettivo di accellerare un processo di conciliazione nell’area.
CHIEDIAMO CHE QUANTO SOPRA VENGA ATTUATO CON LA MASSIMA URGENZA PER IMPEDIRE CHE LA SITUAZIONE DI NANDIGRAM SFUGGA NUOVAMENTE DI CONTROLLO.
La Notte Prima Dell'Attacco
Il DRAMMATICO MESSAGGIO DI MEDHA PATKAR
E’ RIESPLOSA LA GUERRA A NANDIGRAM
SVEGLIATEVI E AGITE,
FATE QUALCOSA PER SALVARE LA VITA E LA TERRA DELLA NOSTRA GENTE
(Questo il drammatico messaggio che, nella notte tra il 5 e il 6 novembre, ovvero poco prima che esplodesse la battaglia, l’attivista Medha Patkar aveva inviato dalla zona di Nandigram, presentendo il degenerare della situazione – come hanno poi confermato I fatti di sangue del giorno dopo e gli ultimi sviluppi. Che non lasciano presagire niente di buono…)
“Gli ultimi rapporti da Nandigram al momento attuale (mentre scrivo è mezzanotte) sono motivo di fortissima preoccupazione circa una situazione di vera e propria guerra che minaccia di esplodere da un momento all’altro. Sono infatti migliaia i quadri CPM che hanno circondato Nandigram da almeno tre versanti. Dai loro megafoni hanno fatto sapere che intendono riconquistare la zona stanotte (5-6 Novembre). La presenza e il sostegno a questo attacco da parte di numerosi Ufficiali di Polizia di grado superiore, qualifica la posizione “politica” del Governo del Bengala Occidentale oltre che del CPM, che fondano la certezza della “riconquista” sul semplice fatto di essere meglio armati!
La situazione rischia di diventare ingestibile. Molte vite sono già state sacrificate, nuovo sangue rischia di essere versato in un tale scenario di violenza. La popolazione di Nandigram rivendica il diritto di autodifesa e sopravvivenza ed è decisa a resistere con qualunque mezzo disponibile. Abbiamo ragione di temere che tutto questo degeneri in un massacro senza precedenti, poichè non vediamo alcuna volontà da parte del Governo del Bengala Occidentale di fermare questa violenza.
Pertanto sollecitiamo urgentemente un intervento da parte del Governo centrale che ponga fine a questa guerra contro la gente, a questa violenza tra opposte fazioni. Sollecitiamo inoltre qualsiasi possibile misura in grado di interrompere lo stato d’assedio dichiarato dall’Amministrazione del Bengala occidentale nelle aree circostanti Nandigram, dove uomini, donne e bambini che stanno disperatamente resistendo al massacro di un intero territorio e affermando il loro diritto alla terra e alla sussistenza, vivono in condizioni di vero e proprio strangolamento.
Facciamo appello a tutti coloro che condividono le nostre ragioni e alla società civile perchè vengano prese al più presto iniziative appropriate alla situazione di emergenza.
In particolare raccomandi
Sollecitiamo il vostro intervento in questo traumatico momento.
Medha Patkar Anand Mazgaonkar
E’ RIESPLOSA LA GUERRA A NANDIGRAM
SVEGLIATEVI E AGITE,
FATE QUALCOSA PER SALVARE LA VITA E LA TERRA DELLA NOSTRA GENTE
(Questo il drammatico messaggio che, nella notte tra il 5 e il 6 novembre, ovvero poco prima che esplodesse la battaglia, l’attivista Medha Patkar aveva inviato dalla zona di Nandigram, presentendo il degenerare della situazione – come hanno poi confermato I fatti di sangue del giorno dopo e gli ultimi sviluppi. Che non lasciano presagire niente di buono…)
“Gli ultimi rapporti da Nandigram al momento attuale (mentre scrivo è mezzanotte) sono motivo di fortissima preoccupazione circa una situazione di vera e propria guerra che minaccia di esplodere da un momento all’altro. Sono infatti migliaia i quadri CPM che hanno circondato Nandigram da almeno tre versanti. Dai loro megafoni hanno fatto sapere che intendono riconquistare la zona stanotte (5-6 Novembre). La presenza e il sostegno a questo attacco da parte di numerosi Ufficiali di Polizia di grado superiore, qualifica la posizione “politica” del Governo del Bengala Occidentale oltre che del CPM, che fondano la certezza della “riconquista” sul semplice fatto di essere meglio armati!
La situazione rischia di diventare ingestibile. Molte vite sono già state sacrificate, nuovo sangue rischia di essere versato in un tale scenario di violenza. La popolazione di Nandigram rivendica il diritto di autodifesa e sopravvivenza ed è decisa a resistere con qualunque mezzo disponibile. Abbiamo ragione di temere che tutto questo degeneri in un massacro senza precedenti, poichè non vediamo alcuna volontà da parte del Governo del Bengala Occidentale di fermare questa violenza.
Pertanto sollecitiamo urgentemente un intervento da parte del Governo centrale che ponga fine a questa guerra contro la gente, a questa violenza tra opposte fazioni. Sollecitiamo inoltre qualsiasi possibile misura in grado di interrompere lo stato d’assedio dichiarato dall’Amministrazione del Bengala occidentale nelle aree circostanti Nandigram, dove uomini, donne e bambini che stanno disperatamente resistendo al massacro di un intero territorio e affermando il loro diritto alla terra e alla sussistenza, vivono in condizioni di vero e proprio strangolamento.
Facciamo appello a tutti coloro che condividono le nostre ragioni e alla società civile perchè vengano prese al più presto iniziative appropriate alla situazione di emergenza.
In particolare raccomandi
- di scrivere al Presidente Indiano, al Primo Ministro Indiano, al Ministro degli Interni del Governo Indiano sollecitando immediato intervento;
- di scrivere al Ministro del Bengala occidentale perchè revochi immediatamente l’assedio di Nandigram e imponga ai suoi quadri un comportamento conforme alle leggi;
- di inviare nell’area elementi e organizzazioni di supporto alla popolazione, con l’obiettivo anche di facilitare un processo di conciliazione;
- di attivare azioni e dichiarazioni di pressione nei confronti delle amministrazioni interessate, in modo da sollecitare il loro intervento;
- di chiamare o faxare gli uffici della NHRC (la Commissione Nazionale indiana preposta ai Diritti Umani) denunciando la gravità della situazione;
- di organizzare proteste ovunque sia possibile
Sollecitiamo il vostro intervento in questo traumatico momento.
Medha Patkar Anand Mazgaonkar
A Nandigram Riesplode La Violenza
Bengala Occidentale: a Nandigram come nel Far West
Due morti e un numero imprecisato di feriti nella zone di Nandigram che già nel marzo scorso era stata teatro di un vero e proprio massacro. L’intera zona si è trasformata di nuovo ieri in un campo di battaglia, con scontri a fuoco che dalle prime luci dell’alba fino a quasi mezzogiorno non hanno risparmiato persone e cose. Una vera e propria guerra per bande, tra i “quadri” inviati a migliaia dal Partito di Governo del Bengala occidentale (il Partito Comunista Indiano-Marxista, o CPI-M) e le “squadre” del Trinamool Congress.
Motivo della battaglia: gli oltre 20 mila acri di terra, che oltre un anno fa erano stati destinati dall’Amministrazione del Bengala occidentale (alias Bhuddadeb Bhattacharjee) al colosso petrolchimico indonesiano Salim. Ma contro il consenso della popolazione contadina. La resistenza nell’area di Nandigram si era fatta l’anno scorso particolarmente compatta dopo la stagione di turbolenze scoppiate intorno alle aree agricole di Singur, dove 1000 acri di terreno erano stati autoritariamente requisiti (2.12.2006) per fare spazio agli impianti Tata Motors per la produzione della “low cost car”, nell’ambito dell’articolata Joint Venture con la nostra Fiat. L’inflessibilità del Governatore del Bengala Occidentale, a fronte di indennità decisamente inferiori ai prezzi di mercato della terra (oltretutto in vivacissima e continua crescita in tutta l’India) non era riuscita a vincere la riluttanza del 50% dei proprietari – alimentando una protesta che con diversa intensità e con dinamiche diverse, non si è mai placata.
Anche in questo ultimo episodio a Nandigram, le responsabilità dell’Amministrazione locale, nel ruolo di “supporter” e sembrerebbe di capire “fomentatore” dei disordini invece che di “garante della sicurezza”, appaiono gravi. La tensione era stata denunciata da settimane, e aveva già registrato una punta di particolare drammaticità con il tentato attentato (fine ottobre) della leader del Trinamool Congress Party, Mamta Banerjee, che da mesi sta cavalcando la protesta contadina. Stupisce la decisione di inviare migliaia di quadri con la missione di “espugnare”, con qualsiasi mezzo, un’area come Nandigram che già a Marzo era stata teatro di un massacro, che per tutti i mesi successive si era trovata arroccata in una situazione di semi-assedio e che dall’inizio del contenzioso un anno fa ha registrato 30 morti, un numero imprecisato di feriti, una quantità infinita di stupri, brutalità e violenza di ogni tipo, nonchè 25 000 rifugiati. E tanto più stupisce il progetto di “riconquistare” militarmente quell’area dopo che quel particolare progetto di SEZ (Special Economic Zone) era stato oltretutto cancellato. Ma come commentava ieri il canale indiano NDTV quella di ieri è stata una battaglia che dietro l’obiettivo del controllo “politico” denunciava l’irrecuperabilità di una situazione che vede ormai contrapposte le milizie naxalite, contro quelle del CPI-M.
Due morti e un numero imprecisato di feriti nella zone di Nandigram che già nel marzo scorso era stata teatro di un vero e proprio massacro. L’intera zona si è trasformata di nuovo ieri in un campo di battaglia, con scontri a fuoco che dalle prime luci dell’alba fino a quasi mezzogiorno non hanno risparmiato persone e cose. Una vera e propria guerra per bande, tra i “quadri” inviati a migliaia dal Partito di Governo del Bengala occidentale (il Partito Comunista Indiano-Marxista, o CPI-M) e le “squadre” del Trinamool Congress.
Motivo della battaglia: gli oltre 20 mila acri di terra, che oltre un anno fa erano stati destinati dall’Amministrazione del Bengala occidentale (alias Bhuddadeb Bhattacharjee) al colosso petrolchimico indonesiano Salim. Ma contro il consenso della popolazione contadina. La resistenza nell’area di Nandigram si era fatta l’anno scorso particolarmente compatta dopo la stagione di turbolenze scoppiate intorno alle aree agricole di Singur, dove 1000 acri di terreno erano stati autoritariamente requisiti (2.12.2006) per fare spazio agli impianti Tata Motors per la produzione della “low cost car”, nell’ambito dell’articolata Joint Venture con la nostra Fiat. L’inflessibilità del Governatore del Bengala Occidentale, a fronte di indennità decisamente inferiori ai prezzi di mercato della terra (oltretutto in vivacissima e continua crescita in tutta l’India) non era riuscita a vincere la riluttanza del 50% dei proprietari – alimentando una protesta che con diversa intensità e con dinamiche diverse, non si è mai placata.
Anche in questo ultimo episodio a Nandigram, le responsabilità dell’Amministrazione locale, nel ruolo di “supporter” e sembrerebbe di capire “fomentatore” dei disordini invece che di “garante della sicurezza”, appaiono gravi. La tensione era stata denunciata da settimane, e aveva già registrato una punta di particolare drammaticità con il tentato attentato (fine ottobre) della leader del Trinamool Congress Party, Mamta Banerjee, che da mesi sta cavalcando la protesta contadina. Stupisce la decisione di inviare migliaia di quadri con la missione di “espugnare”, con qualsiasi mezzo, un’area come Nandigram che già a Marzo era stata teatro di un massacro, che per tutti i mesi successive si era trovata arroccata in una situazione di semi-assedio e che dall’inizio del contenzioso un anno fa ha registrato 30 morti, un numero imprecisato di feriti, una quantità infinita di stupri, brutalità e violenza di ogni tipo, nonchè 25 000 rifugiati. E tanto più stupisce il progetto di “riconquistare” militarmente quell’area dopo che quel particolare progetto di SEZ (Special Economic Zone) era stato oltretutto cancellato. Ma come commentava ieri il canale indiano NDTV quella di ieri è stata una battaglia che dietro l’obiettivo del controllo “politico” denunciava l’irrecuperabilità di una situazione che vede ormai contrapposte le milizie naxalite, contro quelle del CPI-M.
Iscriviti a:
Post (Atom)